Quest'uomo paga "contactless" avvicinando la mano al Pos: si è fatto impiantare un chip sotto la pelle

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di Lorenzo Mattia Nespoli

13 Aprile 2022

Quest'uomo paga "contactless" avvicinando la mano al Pos: si è fatto impiantare un chip sotto la pelle
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Un piccolo gesto della mano, avvicinata al lettore di carte contactless e, per Patrick Paumen, il pagamento è fatto. Nessuna carta da estrarre dal portafoglio, nessun codice da digitare: a lui basta quella parte del corpo per essere abilitato a pagare in negozio.

Se siete stupiti e vi state chiedendo come sia possibile una situazione del genere, che sembra quasi uscita da un racconto fantascientifico, ve lo spieghiamo subito: nella mano di Paumen c'è un chip. E non è l'unico che quest'uomo si è fatto impiantare sotto la pelle. Il suo obiettivo? Averne sempre di più, e costituire un "modello" di interazione uomo-tecnologia che, in molti, ha suscitato tanto interesse quante perplessità.

via BBC

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Patrick Paumen/Facebook

Patrick Paumen/Facebook

"Ogni volta che pago in un negozio - ha raccontato Paumen, 37enne olandese che lavora nel campo della sicurezza - la reazione dei cassieri è impagabile e genera curiosità". In effetti, non è difficile comprenderne il motivo. Immaginate di veder pagare una persona con un semplice avvicinamento della mano: chiunque resterebbe di stucco. "Dal 2019 mi sono fatto impiantare un microchip sottopelle, proprio per poter eseguire i pagamenti contactless", ha spiegato ancora.

E quel minuscolo "accessorio" che Patrick ha in mano non è l'unico che ha scelto di ospitare. Paumen, infatti, si è fatto impiantare ben 32 chip diversi sotto la pelle. Alcuni gli servono per aprire porte, altri hanno una funzione magnetica. E non ha intenzione di fermarsi. "Voglio averne sempre di più - ha confessato - il procedimento per impiantarli è indolore, è praticamente come un pizzico".

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Non è un caso se quest'uomo si definisce "biohacker" e "cyborg". Sebbene la pratica di impiantare chip negli esseri umani non sia una novità, ci sono oggi molte aziende che implementano questi interventi come parte del loro business. Un giro d'affari piuttosto fiorente, che secondo gli addetti ai lavori non ha alcuna conseguenza sulla salute. Al contrario: per loro semplifica tutta una serie di operazioni, e lo farà sempre di più anche grazie al costante sviluppo tecnologico.

I microchip sono sempre più piccoli, e dunque si prestano all'impianto. Tuttavia, nonostante le note positive, le perplessità non mancano. Da più parti si sono fatte sentire le voci critiche di esperti che hanno sollevato dubbi su tale pratica. In particolare, riguardo al possesso dei dati, alla privacy e alla sicurezza delle informazioni trasmesse da quei dispositivi impiantati negli uomini. "Quanto siamo disposti a pagare per avere più comodità?" si è chiesta ad esempio l'esperta di tecnologia finanziaria e scrittrice Theodora Lau.

 

Domande e criticità che, di certo, fanno riflettere. Nel frattempo, però, Paumen si dice assolutamente tranquillo. "I miei impianti rendono migliore il mio corpo - afferma - non potrei vivere senza di loro".

Che ne pensate? Sareste disposti a fare una scelta simile?

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