Perché il suono della nostra voce non ci piace? La psicologia ce lo spiega

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di Lorenzo Mattia Nespoli

10 Luglio 2021

Perché il suono della nostra voce non ci piace? La psicologia ce lo spiega
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A meno di non essere doppiatori dal tono profondo e suadente, tutti, prima o poi, abbiamo provato un vago senso di disagio nel riascoltare la nostra voce. Non sappiamo spiegarci bene il perché, ma siamo certi che è molto comune non gradire il suono di ciò che pronunciamo, che sia durante una registrazione, un video o in altre situazioni simili.

Se vi ritrovate in questa situazione di perplessità e fastidio, non disperate perché non siete i soli. Al contrario: tutto ciò è talmente diffuso che la scienza ha pensato di indagare, alla ricerca di risposte a quello che sembra essere un fenomeno motivato sia da fattori psicologici che fisiologici.

via The Guardian

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Iniziamo col dire che, quando ascoltiamo il suono della nostra voce mentre parliamo, il nostro cervello lo percepisce in un modo che non è affatto quello che poi ci risulta quando lo risentiamo in un secondo momento, registrato ad esempio. Parlando, infatti, il tono viene inviato al cervello sia esternamente, grazie alla trasmissione dell'aria, che internamente, grazie alla risonanza delle ossa.

Ed è proprio il ruolo giocato dalle nostre ossa che cambia tutto. Quando riascoltiamo il suono, la nostra voce ci appare tendenzialmente priva di basse frequenze, che tendono a scomparire durante la trasmissione per via aerea. La nostra voce, così, ci suona "strana", molto diversa da come ce la saremmo aspettata, ed ecco che entra in azione la nostra psiche, a trasmetterci quel famigerato senso di fastidio o disagio.

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"Suoniamo più acuti di quanto pensiamo, e questo non soddisfa le nostre aspettative interiori - ha spiegato Silke Paulmann, psicologa presso l'Università dell'Essex - con la nostra voce formiamo la nostra identità e quando ci riascoltiamo ci sembra di non essere veramente chi pensiamo di essere". Ma non è finita qui.

Durante uno studio effettuato nel 2013, i partecipanti hanno valutato diversi campioni vocali registrati. Non sapevano, però, che la loro voce era stata mescolata a essi, e così hanno espresso un giudizio più alto proprio perché non li riconoscevano come prodotti da loro stessi. Si può quindi arrivare a non riconoscere la propria voce, tanto è scarsa l'accettazione che abbiamo di essa quando la riascoltiamo.

Susanne Nilsson/Flickr

Susanne Nilsson/Flickr

Inoltre, sempre secondo ricerche condotte nel campo psicologico, la nostra voce ci disturba anche perché può rivelarci aspetti della personalità che, parlando normalmente, non cogliamo appieno, come ansia, indecisione, rabbia e molti altri. Tutto ciò, dunque, "ci mette in gioco e ci mette sulle difensive".

Tono più alto, percezione diversa, e persino aspetti caratteriali a noi "sconosciuti". Niente male come spiegazione, vero? Chissà se, da oggi in poi, tutto questo contribuirà a farci essere più consapevoli e ben disposti quando riascoltiamo la nostra voce!

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