Per avere una buona memoria, è essenziale dimenticare molte informazioni

di Giuseppe Varriale

04 Giugno 2019

Per avere una buona memoria, è essenziale dimenticare molte informazioni
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"La serenità, la buona coscienza, la lieta azione, la fiducia nel futuro dipendono [..] dal fatto che si sappia tanto bene dimenticare al tempo giusto, quanto ricordare al tempo giusto". Queste parole di Sull'utilità e il danno della storia per la vita, scritte da Friedrich Nietzsche nel 1874, influenzano la cultura europea da oltre 2 secoli. Una ricerca canadese ha confermato totalmente le parole di Nietzsche; per migliorare le funzioni della propria mente bisogna difatti saper dimenticare.

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Paul Frankland e Blake Richards, entrambi ricercatori associati della University of Toronto, hanno pubblicato uno studio sulla rivista Neuron secondo cui per la memoria è tanto importante dimenticare quanto lo è ricordare. Prendendo in esame gli studi più recenti, Frankland e Richards sono giunti alla conclusione che la memoria è un meccanismo calibrato di fissazione e perdita dei ricordi.

Le loro ricerche non si sono limitate a studi teorici. In un esperimento pratico in cui i topi dovevano trovare l'uscita di un labirinto che veniva modificato di volta in volta, i ricercatori hanno suddiviso le cavie in due gruppi: il primo gruppo veniva lasciato libero di operare le proprie scelte autonomamente; al secondo, invece, venivano dati dei farmaci che cancellavano i ricordi precedenti riguardanti la vecchia posizione del labirinto. Nel corso dell'esperimento, i ricercatori hanno scoperto che il gruppo di topi che aveva dimenticato il labirinto precedente raggiungeva l'uscita nei successivi labirinti molto prima del gruppo che conservava ricordi dei precedenti labirinti.

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Frankland e Richards hanno ipotizzato due spiegazioni al processo della memoria e della dimenticanza: la prima è che lo stabilirsi di nuove connessioni sinaptiche sia il fenomeno che consente il consolidarsi di ricordi, mentre l’indebolirsi di queste connessioni dovrebbe essere il meccanismo legato alla loro perdita. Un'altra possibilità è che la creazione di nuove connessioni “sovrascriva” quelle precedenti.

Qualunque sia la spiegazione più plausibile, dagli studi dei ricercatori canadesi si evince che, per la mente, è importante tanto ricordare quanto dimenticare. Un giusto equilibrio tra questi due momenti ci permette, infatti, di prendere decisioni più intelligenti. Dimenticare ci consente di adattarci alle nuove situazioni, lasciando perdere le informazioni fuorvianti, trattenendo l’informazione basilare ma eliminando i dettagli specifici che sarebbero un'inutile zavorra. 

Insomma, come aveva ben detto Nietzsche, "per la vita ci vuole oblio". Echi l'avrebbe mai detto!

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