La storia di un'ossessione: realizzò la più grande collezione di manoscritti del mondo e la distrusse

di Irene Grazia Paladino

16 Maggio 2021

La storia di un'ossessione: realizzò la più grande collezione di manoscritti del mondo e la distrusse

Tutti pensavano che fosse un essere umano terribile, ma perché? Sir Thomas Phillipps nacque nel 1792, era un antiquario e collezionista di libri inglese e viene riconosciuto come il più grande collezionista privato di manoscritti del XIX secolo, e forse anche di sempre. Fu disposto a tutto per i manoscritti, anche a indebitarsi: ereditò una grande proprietà e il ricavato lo utilizzò per acquistare manoscritti e pergamena. In totale riuscì a collezionare 40.000 libri stampati e 60.000 manoscritti – tra cui alcuni risalenti al Medioevo e al Rinascimento - e probabilmente mai prima di allora né dopo, nessun individuò riuscì mai a mettere insieme così tanti volumi. Una devozione totale o una malattia? Lo stesso Thomas, consapevole di avere una vera e propria ossessione, coniò il termine “vello-maniac”, che noi tradurremmo con “bibliomania”.

via historyofinformation.com

Anonymous/Wikipedia

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Perché Thomas volle, a tutti i costi, acquisire una copia di tutti i libri esistenti al mondo? Sicuramente non per lasciare un’importante eredità ai suoi successori: dedicò la sua intera vita alla sua ossessione e, offuscata da questa, prima della sua scomparsa distrusse il lavoro fatto e smembrò la collezione per evitare di lasciarla in eredità alla figlia e al genero. Con i due, infatti, non aveva buoni rapporti: si pensa che non avesse mai condiviso la scelta della figlia Harriett di fuggire con James Orchard Halliwell. Phillips accusò anche il genero di aver rubato la sua copia del 1603 di Amleto.

Not the actual photo - Iñaki del Olmo/Unsplash

Not the actual photo - Iñaki del Olmo/Unsplash

Nel 1863 decise di spostare la sua collezione perché temeva che Halliwell la ereditasse. In seguitò tentò anche di vendere tutti i suoi beni alla nazione britannica affinché fosse acquistata dal British Museum. Vi era una clausola nel suo testamento: stabiliva che i suoi libri dovessero rimanere intatti a Thirlestaine House e che nessun libraio o estraneo li potesse riorganizzare o rivendere. Nel 1885 la Court of Chancery dichiarò la clausola troppo restrittiva e la biblioteca venne venduta con la supervisione del nipote di Phillipps, Thomas FitzRoy Fenwick. Oggi i suoi volumi sono sparsi in tutto il mondo, posseduti da enti pubblici e privati: la Biblioteca reale, Berlino, la Biblioteca reale del Belgio e gli Archivi provinciali.