Distanza sociale, lazzaretti e quarantena: nel Medioevo già si prendevano misure restrittive per contenere le epidemie

di Marta Mastrogiovanni

06 Aprile 2020

Distanza sociale, lazzaretti e quarantena: nel Medioevo già si prendevano misure restrittive per contenere le epidemie

Quella del Coronavirus non è di certo la prima pandemia che l'essere umano abbia mai dovuto affrontare nel corso della storia e, purtroppo, non sarà nemmeno l'ultima. Tutte le misure di sicurezza che stiamo prendendo per limitare il rischio di contagio non sono certo delle novità. Basta guardare un po' alla storia medievale per ritrovare alcuni elementi comuni: la distanza sociale, la quarantena...i medici dell'epoca non erano molto affini ai concetti di virus e batteri, ma avevano capito già allora che l'isolamento era uno dei pochi strumenti validi per contrastare le varie epidemie di peste, colera e vaiolo. Ecco, così, come nascono i primi Lazzaretti.

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Quando, in epoca medievale, i medici si rendono conto della pericolosità del contagio, comprendono anche l'importanza dell'isolamento per coloro che risultano portatori di queste terribili malattie contagiose, come lebbra e peste. È a questo scopo che nascono i Lazzaretti, luoghi di confinamento, in cui merci e persone provenienti da luoghi altamente contagiosi dovevano restare a soggiornare per un periodo di circa quaranta giorni ― da qui, proviene il termine quarantena. È pur vero che le condizioni igieniche dei Lazzaretti, spesso, favorivano il contagio anziché arginarlo, soprattutto a causa di un eccessivo affollamento all'interno di essi.

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La Repubblica di Ragusa (oggi Dubrovnik, in Croazia) era una fiorentissima Repubblica Marinara, che rimase indipendente dal 1358 al 1808; essendo una città mercantile, che vedeva continuamente arrivare nel suo territorio merci provenienti da tutto il mondo, si vide anche attaccata dalle varie epidemie di peste e colera provenienti dal Medio Oriente. Qui, si riscontrò un'assenza totale di condizioni igieniche e di trattamenti medici poco efficaci, a base di aglio, zolfo o aceto. Proprio per questo, nel luglio del 1377, il Gran Consiglio della Repubblica emanò un decreto secondo cui tutti i mercanti, le merci e i marinai provenienti da zone altamente infestate dalla peste, avrebbero dovuto trascorrere 30-40 giorni in isolamento. Per sostenere una buona condizione di isolamento, furono individuate 3 isole principali, disabitate: Mrkan, Bobara e Supetar. 

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Sull'origine del termine e della condizione di quarantena non ci sono ancora delle idee chiare. Inizialmente il periodo da trascorrere in isolamento corrispondeva a 30 giorni, ma, forse, si trattava di un periodo insufficiente per guarire dal contagio; da qui si è scelto di prolungare il tempo di isolamento fino a 40 giorni. Non è chiaro se un simile provvedimento potesse avere anche un fondamento religioso, in quanto simile al periodo di quaresima dei cristiani ― 40 giorni di purificazione spirituale. 

Quel che è certo è che l'isolamento comportò una drastica riduzione dei contagi.