Día de los Muertos, la celebrazione messicana che insegna a guardare la morte con un sorriso

di Simone Fabriziani

30 Ottobre 2019

Día de los Muertos, la celebrazione messicana che insegna a guardare la morte con un sorriso
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In concomitanza con le celebrazioni cattoliche del 1 novembre e del 2 novembre (rispettivamente il giorno di Tutti i Santi e la commemorazione dei Defunti), esiste nella cultura sudamericana un differente tipo di festeggiamento, meno lugubre e che insegna a tutte le età a vivere il concetto della morte e del ricordo di chi non c'è più con spensieratezza e gioia di vivere. Ebbene si, le celebrazioni della commemorazione dei defunti praticata in Messico merita di essere conosciuta!

via National Geographic

Pxhere

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I festeggiamenti del cosiddetto "Dià de los Muertos" vanno essenzialmente dal 25 al 28 ottobre e poi dal 31 al 2 novembre di ogni anno; ognuna di queste giornate è dedicata al ricordo di differenti dipartite: ad esempio, il 28 ottobre è dedicato ai morti per cause violente o per incidenti, il 29 ai morti per annegamento, il 30 alle anime solitarie, il 31 ai mai nati o morti prima del battesimo, mentre le giornate del 1 e del 2 novembre rispettivamente al ritorno dei defunti in Terra.

Le origini del Dìa de lo Muertos sembrano affondare nelle ritualità dedicate al concetto di morte/rinascita delle civiltà pre-colombiane che vivevano in Sud America prima delle colonizzazioni europee.

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RubeHM/Wikimedia

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Tra le caratteristiche ancora oggi in uso di questa celebrazione sudamericana ci sono la pioggia di fiori gialli e arancioni che pullulano nelle strade dei festeggiamenti chiamati Cempasùchil; questi petali coloratissimi e vivaci coprono le strade ed anche i cimiteri, così come gli altari casalinghi allestiti nelle case in questo periodo dell'anno; la tradizione vuole che sia proprio il profumo di questi petali a ricondurre i cari estinti nel mondo dei vivi...

Caratteristici sono gli altari casalinghi preparati per la festività messicana: non possono mancare una fotografia del defunto, tante candele, petali gialli ed arancioni, la preparazione di piatti tipici che erano i preferiti in vita della persona che non c'è più, assieme ad un immancabile bicchiere d'acqua per dissetarli. Non è infrequente che sugli altari privati vengano anche "offerti" dolci tipici della festività autunnale, come ad esempio il Pan de Muertos (dalla forma simile alle ossa di un teschio) e le calaveritas de azucar, piccoli teschi cosparsi di zucchero.

Pixabay

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Il simbolo del Dìa de los Muertos è infatti la cosiddetta calavera, un oggetto a forma di teschio che viene "personalizzato" con il proprio nome inciso e spesso regalato come portafortuna per vivere la morte con un sorriso stampato in volto, con positività e spensieratezza. Simbolo del Messico che spopola proprio durante il Dia de Los Muertos è la Catrina, scheletro di donna creato in origine dall'illustratore Josè Guadalupe Posada,vestito da Diego Rivera, il marito di Frida Kahlo.

I festeggiamenti del Dìà de los Muertos insegnano che la morte deve essere vissuta come un passaggio obbligato della vita, che deve essere vissuto con naturalezza, con gioiosità e con il sorriso stampato in volto. Perché forse, proprio esorcizzando in questo modo l'idea della morte, si riesce a vivere la vita da un punto di vista molto più positivo.

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