Entro 3 anni i robot sostituiranno 120 milioni di lavoratori: lo rivela uno studio

Lorenzo Mattia Nespoli image
di Lorenzo Mattia Nespoli

21 Settembre 2019

Entro 3 anni i robot sostituiranno 120 milioni di lavoratori: lo rivela uno studio
Advertisement

Si sente sempre più spesso parlare di intelligenza artificiale e di sviluppi della robotica che riguardano aspetti sempre maggiori della vita quotidiana. Di sicuro, già oggi, siamo circondati da robot e strumenti in grado di compiere processi e operazioni che, fino a qualche anno fa, sembravano davvero impensabili.

Le logiche di produzione e le necessità di profitti fanno sì che l'impiego dell'intelligenza artificiale sia sempre più vasto, così come l'utilizzo della robotica, anche e soprattutto a livello industriale. Ed è così che la figura del lavoratore che usa le sue abilità fisiche e mentali potrebbe avere davvero i giorni contati, sostituita sempre più da macchine in grado di compiere il suo stesso lavoro in modo più rapido e produttivo.

Vi sembra esagerato? Aspettate a dirlo, perché stando a uno studio diffuso dal colosso informatico statunitense IBM, nel giro di poco tempo moltissimi operai potrebbero dover cambiare mansione proprio a causa della robotica.

via Bloomberg

Mixabest/Wikimedia

Mixabest/Wikimedia

120 milioni. Questo è il numero di lavoratori che, in tutto il mondo, potrebbero "pagare" le conseguenze della diffusione sempre più massiccia di robot "intelligenti". In che modo? Secondo la IBM, o trasferendosi, o riqualificandosi - e dunque imparando nuove mansioni - o, più semplicemente, cambiando del tutto lavoro.

È ovvio che prospettive del genere potrebbero portare anche a maggiori possibilità di licenziamenti da parte dei datori di lavoro. A seconda delle intenzioni di ogni singola azienda, secondo lo studio, in Cina saranno oltre 50 milioni i lavoratori che dovranno cambiare ruolo o sede di lavoro, in America 11,5 milioni e in Brasile 7,2.

A seguire, tutti gli altri, con la statistica chiusa da Giappone e Germania, Paesi che, stando ai dati raccolti, potrebbero essere più propensi a valorizzare l'operato umano piuttosto che quello robotico.

Advertisement
Mike MacKenzie/Flickr

Mike MacKenzie/Flickr

Spostamenti, nuova formazione, ripensamento totale di quanto si svolge da tempo non sono certo prospettive facili da attuare, ed è per questo che, sempre secondo l'azienda informatica statunitense, è necessario riflettere con criterio su quanto peso si voglia dare ai robot e all'intelligenza artificiale, onde evitare esperienze spiacevoli per molte persone.

I progressi della robotica sono innegabili, così come l'immensa utilità di macchine "intelligenti" in molti campi. Nonostante questo, sarebbe bene tenere sempre conto che il lavoro delle persone, in carne, ossa e cervello, è sempre importante. Ogni lavoratore porta con sé storie, competenze, umanità ed emozioni: qualità che difficilmente potranno essere soppiantate da una macchina.

Advertisement