Lo scioglimento del permafrost sta riattivando virus e batteri che sembravano sterminati per sempre

di Giuseppe Varriale

01 Settembre 2019

Lo scioglimento del permafrost sta riattivando virus e batteri che sembravano sterminati per sempre
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Permafrost deriva dall'inglese permanent (permanente) e frost (gelo) e designa il terreno, tipico delle regioni più nordiche di Europa, Siberia e America, dove il suolo è perennemente ghiacciato. Questo strato di ghiaccio intrappola al suo interno animali e vegetali morti oramai da milioni di anni.

Tra gli esseri qui racchiusi ci sono anche miliardi di virus e batteri. Questi, con il riscaldamento globale, si stanno riattivando, mettendo a repentaglio la vita umana.

via ibtimes

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Wikipedia / Brocken Inaglory

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La temperatura del Mondo non accenna a diminuire, anzi. Le zone più colpite sono quelle il cui clima era una volta più rigido, ossia quelle in cui, nel corso di milioni di anni, si è sviluppato il permafrost. Nel 2019, le temperature di Russia e Stati Uniti hanno raggiunto temperature tali da riuscire a scongelare strati importanti di permafrost: oltre 6 metri di ghiaccio si sono dissolti tra luglio ed agosto. E questo inaspettato disgelo potrebbe presto risvegliare virus e batteri congelati da migliaia, se non milioni, di anni.

Già nel 2016, nella penisola di Jamal, nella Siberia nordoccidentale (Russia), c'è stato un disgelo importante. Nel corso di quello stesso anno, oltre 12 persone si sono ammalate di antrace (una malattia, causata del batterio Bacillus anthracis, i cui sintomi degenerano presto in difficoltà respiratorie, stato di shock e perdita di coscienza); tra le vittime dell'epidemia, anche un bambino di 12, deceduto a causa dell'antrace. Secondo gli esperti, a scatenare l'epidemia è stato il cadavere di un cervo infetto, morto e congelato da più di 100 anni: con il disgelo, la carcassa infetta ha avvelenato le falde acquifere e quindi altri animali che si abbeveravano nei paraggi. Gli animali, ingeriti a loro volta dall'uomo, hanno poi dato avvio al contagio.

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Wikipedia / Centers for Disease Control

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Questa teoria trova conferme in alcuni esperimenti della NASA: nel corso di indagini svolte su batteri ghiacciati nei laghi dell'Alaska, i ricercatori hanno scoperto che microbi risvegliati dopo 30.000 anni hanno ancora la capacità di riprodursi e infettare altri organismi. Diverso il caso, invece, di batteri risvegliati dopo un congelamento di 8 milioni di anni. In questo caso, infatti, i microrganismi si sono riattivati, ma la loro capacità di riproduzione e di contagio è risultata essere molto limitata. Ad ogni modo, gli studi dimostrano che virus e batteri sepolti nel ghiaccio possono tornare in vita, rappresentando un rischio per la salute dell'uomo che, non avendo un sistema immunitario preparato agli attacchi di microbi sconosciuti, potrebbe non essere pronto ad affrontarli.

Lo scioglimento del permafrost è un'altra conseguenza del riscaldamento globale. Continuando su questa strada, i rischi per la nostra sopravvivenza sulla Terra diventano ogni giorno più grandi.

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