La beffa dei sacchetti biodegradabili: dopo 3 anni sono ancora intatti. Lo rivela un nuovo studio

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di Claudia Melucci

30 Aprile 2019

La beffa dei sacchetti biodegradabili: dopo 3 anni sono ancora intatti. Lo rivela un nuovo studio
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In molti paesi europei e del resto del mondo, da qualche anno sono stati introdotti i sacchetti biodegradabili, in sostituzione di quelli in plastica. L'intenzione era quella di ridurre l'uso della plastica e soprattutto evitare che finisse in mare, diventando una minaccia per la sopravvivenza delle specie vegetali e animali.

A distanza di tempo dall'introduzione di questa novità, uno studio scientifico porta alla luce una verità che nessuno avrebbe mai conoscere: i tanto decantati sacchetti biodegradabili rimarrebbero intatti in acqua anche dopo 3 anni.

via Environmental Science and Technology

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MichaelisScientists/WIkimedia

MichaelisScientists/WIkimedia

È stato pubblicato sulla rivista Environmental Science and Technology lo studio che mette sul banco degli imputati i sacchetti biodegradabili con cui da qualche anno siamo abituati a portare la spesa dal supermercato a casa. Saranno anche poco resistenti, con un odore poco gradevole, ma il beneficio per l'ambiente, alla fine, ci ha convinti tutti ad usarli al posto di quelli fatti di plastica.

Tuttavia, la realtà descritta dai ricercatori dell'Università di Plymouth, negli Stati Uniti, è ben diversa: nell'ambito della ricerca sono stati confrontati tre tipi di sacchetti – in plastica, biodegradabili e compostabili. Dopo una lunga esposizione agli agenti atmosferici e all'acqua è emerso che i sacchetti biodegradabili si comportano in maniera molto simile a quelli di plastica: entrambi, infatti, rimangono per anni intatti sia quando interrati che quando dispersi in acqua.

I ricercatori hanno potuto osservare come dopo 3 anni, un sacchetto "biodegradabile" fosse ancora perfettamente in grado di contenere la spesa: "Se sono biodegradabili ci si aspetta automaticamente che si degradino in un tempo molto minore rispetto alle buste di plastica. Ma le nostre ricerche dimostrano che non è così", afferma uno dei ricercatori.

In dubbio, quindi, sarebbe la convinzione che questi sacchetti possano apportare benefici nella lotta alla contaminazione della plastica in mare. Un discorso a parte lo meritano i sacchetti compostabili che, invece, si dissolvono completamente dopo appena 3 mesi in acqua. 

Una notizia che ha già sollevato moltissime critiche verso una politica disorganizzata e troppo spesso poco trasparente, ma che allo stesso tempo suggerisce l'urgenza di passare a soluzioni più efficaci: se i sacchetti offerti dai supermercati non sono biodegradabili, meglio portarseli da casa, magari in tessuto, di modo che si possano utilizzare e riciclare. 

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