I ricercatori trovano una balena morta con 40 kg di plastica nello stomaco, tra cui buste e sacchi per il riso

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di Marco Renzi

18 Marzo 2019

I ricercatori trovano una balena morta con 40 kg di plastica nello stomaco, tra cui buste e sacchi per il riso
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Quando si parla di problemi legati all'inquinamento da plastica, non ci si riferisce solo alle microplastiche, che possono essere ingerite dai pesci più piccoli e arrivare sulla nostra tavola, ma anche ad oggetti più grandi. A farne le spese sono infatti anche i grandi animali marini, che spesso finiscono per scambiare buste o altri oggetti per cibo.

È proprio quello che è accaduto ad una povera balena a becco di Cuvier, che è stata trovata senza vita nel mare della città di Davao, nelle Filippine. L'autopsia ha infatti rivelato al suo interno una quantità di rifiuti che ha lasciato gli stessi ricercatori interdetti.

NB. Nell'articolo abbiamo inserito solo una foto, perché le altre risultavano molto cruente. Lasciamo a voi lettori la scelta di entrare nel link dell'organizzazione per vedere le altre immagini.

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D'Bone Collector Museum

D'Bone Collector Museum

Durante l'ispezione interna dell'animale da parte dei ricercatori del D'Bone Collector Museum, sono stati trovati nello stomaco 40 kg di plastica, per la maggior parte buste della spesa, che spesso vengono scambiate per meduse; oltre a queste, anche 16 sacchi per imballare il riso.

Il team di ricercatori confessa di essere rimasto molto provato dall'accaduto, perché mai prima d'ora si erano trovati davanti ad un animale in cui il rapporto peso corporeo/plastica ingerita fosse così disastroso.

Purtroppo quella zona dell'Asia è caratterizzata da una rigogliosa biodiversità marina ma anche da un'altissima produzione di rifiuti. Si calcola che Cina, Indonesia, Vietnam, Thailandia e Filippine producano insieme più della metà dei rifiuti prodotti in tutto il mondo. E ovviamente, se il sistema di riciclo e smaltimento non funziona, molti di questi finiscono in mare, e nella pancia di delfini, balene e capodogli.

Questa povera balena deve aver vagato per chilometri e chilometri in preda a dolori terribili, prima di cedere alla morsa dell'inquinamento. Quante volte ancora dovrà ripetersi questo copione?

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