Pagare i bambini per fare le faccende domestiche insegna loro ad essere ricompensati, non ad essere utili

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di Claudia Melucci

30 Dicembre 2018

Pagare i bambini per fare le faccende domestiche insegna loro ad essere ricompensati, non ad essere utili
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Nelle famiglie spesso i bambini sono coinvolti nelle faccende domestiche; ancora più spesso, questo accade a fronte di una ricompensa in denaro. "È per insegnare loro il valore dei soldi", dicono alcuni genitori: ma gli esperti sono di tutt'altro parere in merito al fatto di pagare i bambini per aver svolto delle faccende, come membri di una comunità, ovvero di una famiglia.

Ecco perché sarebbe opportuno evitare una ricompensa economica e quando è invece è benefica.

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Angie Six/Flickr

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Invece di abituare i bambini a gestire piccole somme di denaro, stiamo insegnando loro che devono ricevere una ricompensa anche per ciò che normalmente nella vita non prevede una ricompensa.

È sbagliato fare un parallelo tra bambini e adulti? Secondo gli esperti no, almeno non nel caso sul dovere di dare una mano in casa.

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Courtney Carmody/Flickr

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"Quando paghiamo i bambini per fare delle cose che gli esseri umani devono sempre fare come membri di una comunità e di una famiglia, passiamo loro il messaggio che hanno tutto il diritto di ricevere una ricompensa per queste cose", afferma Heather Beth Johnson, sociologo all'Università Lehigh. 

Lo scambio denaro-faccende domestiche può generare un'aspettativa nei bambini, che finiscono così per credere di dover ricevere dei premi per dei compiti di base. Piuttosto, i genitori dovrebbero considerare i figli come membri della famiglia, al pari di tutti gli altri, e per questo motivo in dovere di aiutare nelle loro possibilità. 

woodleywonderworks/Flickr

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Gli esperti fanno risalire all'età di 18 mesi il momento in cui i bambini iniziano a desiderare di dare una mano in casa – curiosi di essere coinvolti nelle attività "dei grandi": a questi punto, le famiglie reagiscono in due modi diversi. Alcune accettano ben volentieri l'iniziativa dei figli, altri la considerano pur sempre un intralcio al normale svolgimento delle faccende. 

"Li distraiamo con altre attività, sbrighiamo le faccende quando dormono, facciamo capire loro che la loro voglia di aiutare non è poi così utile; non deve essere sorprendentente che dopo poco tempo questo slancio naturale all'aiuto casalingo si estingua", aggiunge Johnson.

maxpixel.net

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Se i genitori non accettano l'aiuto dei figli, sarà molto difficile recuperare quando saranno più grandi e in grado di svolgere altre attività in casa. Ecco perché è molto importante far sentire subito il bambino parte della famiglia, dal momento in cui egli stesso si rende conto di esserlo – intorno ai 18 mesi.

Gli esperti non vietano in modo assoluto una ricompensa economica, anzi la prevedono specialmente in due occasioni: quando il bambino svolge mansioni extra, oppure come compenso settimanale indipendente dall'aiuto domestico.

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