La dipendenza dei giovani per i videogiochi non ha niente a che vedere con i videogiochi

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di Claudia Melucci

24 Dicembre 2018

La dipendenza dei giovani per i videogiochi non ha niente a che vedere con i videogiochi
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Sono molti i genitori che si preoccupano per il tempo che i figli trascorrono davanti i videogiochi. Il più delle volte non trovano una strategia adeguata e finiscono per soccombere alla dipendenza dei figli, reagendo solo con panico, divieti e punizioni. Gli esperti si sono pronunciati in merito, dicendo che non c'è niente di male nel giocare moderatamente con i videogiochi. 

Per capire quando allarmarsi e come intervenire, i genitori devono sapere perché i figli trovano così tanta soddisfazione nei videogiochi, al punto da non poterne fare a meno a volte.

La verità è che i giovani non sono davvero dipendenti dai videogiochi quando giocano ai videogiochi. 

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Prima di intervenire con urla, divieti e punizioni, i genitori dovrebbero capire cos'è che appassiona tanto i giovani ai videogiochi: non sono le armi, spesso presenti nei giochi, non sono i colori sgargianti o i superpoteri dei protagonisti.

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Secondo gli psicologi i bambini sono soggetti a sviluppare una certa passione per i videogiochi – anche una dipendenza, quando però ci sono dei disturbi preesistenti – perché fondamentalmente soddisfano tre bisogni particolarmente profondi nei più giovani:

  • la ricerca della competenza, ovvero lo sviluppo di abilità e conoscenze da mettere in pratica;
  • la ricerca dell'autonomia, ovvero la possibilità di decidere tra più scelte in modo autonomo;
  • la ricerca delle relazioni, ovvero il bisogno di sentirsi utile per qualcuno e la sicurezza di poter contare su qualcuno.

Da questa panoramica i genitori possono imparare molto; sia come soddisfare maggiormente il bambino e sia come limitare la sua "dipendenza" dai videogiochi.

Seth Werkheiser/Flickr

Seth Werkheiser/Flickr

Gli esperti, infatti, non hanno dubbi: per quanto i videogiochi possano appagare questi tre bisogni, non sapranno mai farlo quanto un'esperienza reale. La società di oggi crea un ambiente molto fertile allo sviluppo della dipendenza per i videogiochi: i bambini sono meno autonomi e vengono guidati dai genitori per un periodo più lungo rispetto al passato, hanno più difficoltà a stringere rapporti sociali. Ecco perché spesso si chiudono nella realtà virtuale.

Far riscoprire il piacere del mondo reale significa provvedere al soddisfacimento dei tre bisogni elencati prima; il bambino deve essere stimolato ad imparare qualcosa per poi mettere le sue conoscenze in pratica, deve sentirsi autonomo e libero di sbagliare, deve sentirsi inserito in una rete sociale.

Un bambino dipendente dai videogiochi è un bambino povero di esperienze nella vita reale, con dei bisogni fondamentali insoddisfatti. 

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