Alla fine dell'anno i sacchetti dell'ortofrutta saranno vietati: al loro posto buste bio a pagamento

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di Claudia Melucci

08 Ottobre 2017

Alla fine dell'anno i sacchetti dell'ortofrutta saranno vietati: al loro posto buste bio a pagamento
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Da tempo i supermercati hanno abbandonato le buste di plastica, sostituendole con quelle biodegradabili, non senza malcontenti da parte dei consumatori che si lamentano della loro robustezza oltre che del loro costo. Per i clienti dei supermercati però non è finita qui,perché entro la fine dell'anno dovranno mandar giù un altro boccone amaro: ecco di cosa si tratta.

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Entro la fine dell'anno verranno aboliti i sacchetti plastica anche dall'ortofrutta. I nuovi saranno a pagamento.

Entro la fine dell'anno verranno aboliti i sacchetti plastica anche dall'ortofrutta. I nuovi saranno a pagamento.

pixabay.com

Prenderanno il loro posto dei sacchetti biodegradabili e compostabili, contenenti un minimo pari al 40% di materia rinnovabile. Il problema però è che, in base a quanto prevede la normativa europea dell'Aprile 2015, i nuovi sacchetti saranno totalmente a carico del consumatore, che potrà consultare la spesa sullo scontrino fiscale: qui il costo delle bustine sarà indicata in maniera separata. 

Il prezzo si aggirerà intorno ai 10 centesimi, pari circa a quello stabilito in passato per i sacchetti della spesa. Quest'ultimi però si potevano evitare di acquistare ogni volta portando da casa sacchetti propri. Lo stesso non potrà essere fatto con i sacchetti dell'ortofrutta: le buste portate da casa potrebbero essere contaminate e compromettere anche il prodotto acquistato nel supermercato. Per ora è una responsabilità che la grande distribuzione non vuole prendersi.

Dunque ci sarà poco da fare: per ogni acquisto si dovrà utilizzare una bustina nuova, del costo di circa 10 centesimi. Ovviamente la legge sarà applicata non solo ai reparti ortofrutta, ma anche alle pescherie, alle panetterie e alle macellerie.

Il motivo per cui il parlamento europeo ha approvato questa decisione è sicuramente a vantaggio dell'ambiente: è necessario prendere delle misure forti e urgenti per dare un taglio netto al consumo della plastica, soprattutto di quella usa e getta.

Ma la domanda sorge spontanea: perché a carico dei consumatori? Essendo una legge pro-ambiente pare che questa scelta sia stata fatta per responsabilizzare i consumatori sull'uso dei sacchetti, e per trovare una soluzione all'abuso che si potrebbe fare di questi manufatti. 

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Per chi non si adeguerà le multe sono salatissime.

Per chi non si adeguerà le multe sono salatissime.

Iwan Gabovitch/Flickr

I pareri dei supermercati delle grandi distribuzioni sono diversi e discordanti: c'è chi ritiene che questa legge appesantisca ulteriormente la gestione interna e scarichi sui dipendenti i malcontenti dei consumatori che sicuramente non mancheranno. Altri invece hanno intenzione di adeguarsi se tutto questo serve a migliorare la salute dell'ambiente.

Quello che è oggettivo però è che non c'è stata alcuna mediazione tra i consumatori e le istituzioni che hanno introdotto la regola: al momento il costo dei sacchetti sembra essere un'altra di quelle immotivate tasse, che pesano anche se irrisorie. Ci doveva essere un incoraggiamento da parte di chi è di dovere, una spiegazione del motivo per cui sono stati messi a pagamento oltre che sottoposti e regole rigide.

In ogni caso i tempi per adeguarsi alla direttiva europea sono brevissimi: il 1° gennaio del nuovo anno tutti i supermercati dovranno essere in regola, il che vuol dire che già ci si deve muovere per farsi trovare pronti. Una questione da prendere seriamente, visto che i supermercati rischiano multe fino a 100 mila euro se si faranno trovare con sacchetti di plastica, o con sacchetti regalati (!).

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