Trovano un manufatto che rappresenta Alessandro Magno con un metal detector: ha quasi 2000 anni

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di Gianmarco Bonomo

17 Aprile 2024

Trovano un manufatto che rappresenta Alessandro Magno con un metal detector: ha quasi 2000 anni
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La scoperta di reperti archeologici richiede un’attenta preparazione e organizzazione, uno studio preliminare e una campagna di scavi. Oppure, come accade spesso, semplicemente di un metal detector e di una persona che si trova al posto giusto nel momento giusto. Di recente, per esempio, due archeologi hanno trovato in modo quasi casuale un manufatto in bronzo che potrebbe rappresentare Alessandro Magno. Il problema è che il ritrovamento è avvenuto in Danimarca: com’è possibile?

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Trovano un manufatto che rappresenta Alessandro Magno grazie al metal detector

Siamo in Zelanda, la maggiore delle isole della Danimarca, ed è qui che quasi 2000 anni fa si è svolta una battaglia epocale. Due eserciti germanici si sono scontrati a Illerup Ådal, vicino la città di Skanderborg, come testimoniato dai tantissimi reperti rinvenuti durante gli scavi. Gli archeologi hanno infatti ritrovato spade, archi, frecce, lance e scudi che appartenevano ai due schieramenti della battaglia. Ed è qui che si inserisce la scoperta del manufatto che rappresenta Alessandro Magno.

Due archeologi dilettanti, armati di metal detector, hanno infatti scandagliato il vecchio campo di battaglia, fino al ritrovamento che non si sarebbero mai aspettati. I due infatti ritrovano uno scudo della battaglia che ha una decorazione particolare: un disco ornato con il volto di Alessandro Magno, forse il generale e conquistatore più noto della storia, fonte di ispirazione persino per Giulio Cesare, e non solo. Ma cosa ci fa Alessandro Magno in Danimarca e come siamo sicuri che sia lui?

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Scoperto un disco in bronzo che raffigura Alessandro Magno, ma si trova in Danimarca

I due archeologi che hanno scoperto il manufatto, e il manufatto con Alessandro Magno

Museum Vestsjælland/Facebook

A scoprire il piccolo manufatto sono stati Finn Ibsen e Lars Danielsen, due archeologi dilettanti che hanno ritrovato il disco grazie all’uso del metal detector. I due confermano che all’inizio non si erano nemmeno resi conto della scoperta né riconosciuto il volto. A comunicare la potenziale importanza del ritrovamento è infatti stato il loro supervisore.

Che si tratti del famoso condottiero macedone, è lo stesso Museum Vestsjælland a confermarlo. Infatti il disco decorativo, del diametro di circa 26-28 millimetri, presenta una figura con i distintivi capelli ondulati e le corna d’ariete ai lati che, nell’iconografia antica, identificano Alessandro Magno. Gli esperti del museo hanno datato il piccolo disco intorno al 200 d.C., presumibilmente durante il regno dell’imperatore Caracalla. Il ritrovamento tuttavia genera più domande di quante risposte non dia, come abbiamo già avuto modo di accennare. Perché un soldato germanico avrebbe mai dovuto adornare il proprio scudo con un piccolo disco raffigurante una figura leggendaria per l’impero romano?

Perché il manufatto si trova in Danimarca?

Innanzitutto, bisogna capire quali sono le domande giuste. Il disco è stato prodotto dai romani o in Zelanda? Nel primo caso: com’è arrivato in Danimarca, terra notoriamente fuori dalla sfera d’influenza diretta dei romani? Nel secondo caso: perché raffigura un condottiero macedone di 500 anni prima? Le risposte potrebbero risiedere nello studio del periodo storico.

Alessandro Magno è infatti una figura che ha ispirato Giulio Cesare e praticamente tutti gli imperatori romani, o quasi. Comandante militare eccezionale, in pochi anni crea un impero che si estende dalla Grecia all’India e che fa sognare qualsiasi sovrano. In particolare, sappiamo che l’imperatore Caracalla amava considerarsi una reincarnazione di Alessandro Magno e che proprio durante il suo regno si è svolta la battaglia di Illerup Ådal. Da questo punto di vista, il disco potrebbe rappresentare un’ulteriore conferma dei contatti fra romani e germani fra secondo e terzo secolo, nonché un simbolo di buon auspicio per la battaglia. Chissà, l’effige di Alessandro Magno potrebbe anche aver portato fortuna al suo possessore, che magari ha vinto la battaglia.

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