Perché i carrelli della spesa vengono "abbandonati" nel parcheggio? Per la scienza c'è un motivo preciso

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di Francesca Argentati

20 Marzo 2024

Perché i carrelli della spesa vengono "abbandonati" nel parcheggio? Per la scienza c'è un motivo preciso
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Forse avrai notato che i carrelli della spesa, una volta terminati gli acquisti, vengono "abbandonati" invece di essere riaccompagnati al loro posto. Sembra che ci sia un motivo alla base di questo e a spiegarlo è la scienza.

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Perché le persone non rimettono a posto i carrelli della spesa?

Perché le persone non rimettono a posto i carrelli della spesa?

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Quando le persone vanno a fare la spesa, hanno bisogno del carrello per riporre al suo interno gli acquisti alimentari più o meno cospicui. Nel parcheggio dei supermercati c'è un'area apposita dedicata proprio ai carrelli, che vengono disposti in file ordinate dai quali possono essere prelevati e dove, una volta ultimata la spesa, dovrebbero essere riaccompagnati. Tuttavia, questo non sempre accade e capita non di rado di notarli nel bel mezzo del parcheggio.

Dopo aver fatto la spesa, insomma, diverse persone spingono il carrello fino all'auto per scaricare la spesa più comodamente, ma evitano di riportarlo dove l'hanno preso. Perché? I motivi possono essere diversi e soggettivi: non avere voglia di fare il percorso, dunque la pigrizia, la presenza di bambini piccoli che ostacolano l'operazione o che non possono essere lasciati soli, l'eventuale pioggia che invita a salire in macchina al più presto e persino l'ipotesi altruista di lasciare il mezzo a disposizione di altri clienti. Ma avresti mai detto che dietro questo comportamento si nasconde un motivo scientifico?

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Carrelli della spesa abbandonati: la teoria delle finestre rotte

Ebbene sì: secondo uno studio del 2008, c'è una precisa tesi per cui alcune persone evitano di riaccompagnare il carrello al suo posto e si chiama "teoria delle finestre rotte". Kees Keizer, Siegwart Lindenberg e Linda Steg hanno spiegato: "Immagina che il quartiere in cui vivi sia coperto di graffiti, rifiuti e carrelli della spesa non restituiti. Questa realtà ti spingerebbe a gettare più rifiuti?"

Secondo questa teoria, osservare i comportamenti disordinati degli altri innesca una sorta di imitazione. "Ciò potrebbe causare il degrado dei quartieri e il deterioramento della qualità della vita dei suoi abitanti. Ma è davvero vero che il disordine si diffonde nei quartieri? Finora non c’è stato un forte supporto empirico e non è chiaro cosa costituisca il disordine e cosa possa provocarne la diffusione" hanno scritto i ricercatori. "Abbiamo generato ipotesi sulla diffusione del disordine e le abbiamo testate. Abbiamo scoperto che, quando le persone osservano che altri hanno violato una determinata norma sociale o regola legittima, è più probabile che violino altre norme o regole, causando la diffusione del disordine."

La diffusione del disordine

La diffusione del disordine

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Lo studio ha quindi osservato il comportamento delle persone nei confronti dell'ambiente che le circonda. Per provare la teorie delle finestre rotte, hanno distribuito dei volantini posizionandoli su delle biciclette in due vie diverse della città. Su entrambe le strade si trovavano cartelli che vietavano i graffiti, ma una delle due era ricoperta di disegni sui muri e, quindi, la regola veniva ampiamente ignorata. Proprio in questo vicolo, il 69% delle persone ha buttato il volantino per terra o lo ha spostato su un'altra bicicletta. Nella strada priva di graffiti, invece, soltanto il 33% ha avuto questo comportamento.

Questo indica che gli individui hanno un'alta tendenza a comportarsi come coloro che li circondano, secondo lo studio, anche se chi li ha preceduti non è fisicamente presente, ma ha lasciato le prove del proprio disordine. Questa teoria potrebbe spiegare quindi l'abbandono comune dei carrelli della spesa: se molte persone, in uno stesso supermercato o centro commerciale non li riportano al proprio posto, gli altri potrebbero essere spinti a fare altrettanto. Per favorire l'ordine e il senso civico, dunque, ognuno dovrebbe fare la sua parte e un piccolo sforzo per rispettare le regole, sia per se stesso che per gli altri, spezzando potenziali reazioni a catena.

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