I ricercatori escogitano un sistema efficace ed economico per ricavare l'oro dai rifiuti elettronici

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di Francesca Argentati

11 Marzo 2024

I ricercatori escogitano un sistema efficace ed economico per ricavare l'oro dai rifiuti elettronici
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Ottenere un materiale prezioso come l'oro dai rifiuti elettronici in modo sostenibile? I ricercatori lo hanno reso possibile con una tecnica inedita e molto efficace. Scopriamo di più.

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Recuperato l'oro dai rifiuti elettronici grazie al siero di latte

Recuperato l'oro dai rifiuti elettronici grazie al siero di latte

ETH Zurigo/Alan Kovacevic

Un team di ricercatori dell'ETH, Politecnico federale di Zurigo, è riuscito in un'impresa davvero entusiasmante: ottenere l'oro dai rifiuti elettronici a costi ridotti. In che modo? Creando una una spugna di fibre proteiche usando un sottoprodotto dell'industria alimentare, il siero di latte. In tempi passati, gli alchimisti sognavano di riuscire a trasformare un qualche elemento chimico nell'oro, obiettivo che non è mai stato raggiunto.

Ora, i ricercatori ce l'hanno fatta utilizzando un metodo diverso, ma innovativo e sostenibile. Il professor Raffaele Mezzenga del Dipartimento di scienze e tecnologie sanitarie dell’ETH di Zurigo ha avuto l'idea giusta proprio grazie ai rifiuti elettronici, i quali contengono diversi metalli preziosi come cobalto, rame e rilevanti percentuali di oro. Perché non recuperarle dai dispositivi elettronici non più funzionanti per far fronte alla crescente domanda di oro? Partendo da questo presupposto, il team di studio è riuscito nell'impresa rivolgendosi al processo dell'industria alimentare per la produzione del formaggio.

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Spugna di fibre proteiche per ricavare l'oro da PC e smartphone

Spugna di fibre proteiche per ricavare l'oro da PC e smartphone

Advanced Materials

Estrarre l'oro da smartphone e computer in disuso non è un'idea nuova, ma le tecniche finora impiegate sono altamente dispendiose in termini di energia, oltre a necessitare di sostanze chimiche molto nocive. Mezzenga, Mohammad Peydayesh e colleghi hanno quindi il merito di aver trovato un modo efficace, sostenibile ed economico per farlo: recuperarlo proprio tramite questa spugna proteica.

Per realizzarla, gli scienziati hanno denaturato le proteine del siero di latte in temperature alte e ambiente acido, portandole ad aggregarsi in nanofibrille proteiche della consistenza di un gel. Fatto questo, hanno essiccato questo gel e proceduto all'esperimento dell'estrazione dell'oro. Dopo aver recuperato venti schede madri elettroniche da computer in disuso, ne hanno estratto le parti metalliche. Successivamente, le hanno disciolte in una soluzione acida per ionizzare i metalli. Inserendo la spugna di fibre proteiche nella soluzione, sono riusciti ad assorbire gli ioni d'oro. Questi ultimi hanno aderito alle fibre proteiche della spugna in modo più efficace rispetto agli altri ioni metallici.

Pepita d'oro ottenuta da venti schede elettroniche a costi 50 volte inferiori

Pepita d'oro ottenuta da venti schede elettroniche a costi 50 volte inferiori

Advanced Materials

A questo punto, come hanno ottenuto una pepita dagli ioni? Riscaldando la spugna: elevandone la temperatura, gli scienizati sono riusciti a ridurre gli ioni d'oro in piccole scaglie, che hanno poi fuso per creare una pepita d'oro da circa 450 milligrammi. La composizione specifica è del 91% oro da 22 carati e un 9% di rame. Da venti schede madri, dunque, è stato possibile ottenere questa quantità di metallo prezioso.

La strategia ideata dal team di Zurigo si è rivelata altamente economica e sostenibile: l'intero procedimento ha un costo cinquanta volte inferiore rispetto al valore dell'oro ricavabile. Il recupero delle materie prime e i costi energetici sono dunque estremamente ammortizzati. Il prossimo obiettivo dei ricercatori è quello di commercializzare questo metodo per esplorare nuove possibili fonti per il recupero dell'oro oltre ai rifiuti elettronici: ad esempio, gli scarti industriali derivati dai processi di placcatura in oro o dalla progettazione di microchip. Non solo: i successivi step prevedono anche di esaminare altri sottoprodotti proteici dell'industria alimentare per la produzione delle spugne.
Di fatto, fa notare Mezzenga, "non si può essere più sostenibili di così!", dal momento che questa tecnica trasforma due sottoprodotti di scarto in un materiale prezioso e ricercatissimo.

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