Risolto il mistero degli strani "pozzi" apparsi sui fondali del Mare del Nord: scoperta la verità

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di Francesca Argentati

29 Febbraio 2024

Risolto il mistero degli strani "pozzi" apparsi sui fondali del Mare del Nord: scoperta la verità
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Il mistero relativo agli strani buchi presenti sul fondale del Mare del Nord ha trovato finalmente una risposta: i ricercatori hanno scoperto come si sono formati e perché.

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Il mistero delle fosse sui fondali del Mare del Nord

Il mistero delle fosse sui fondali del Mare del Nord

Communications Earth & Environment

Delle misteriose fossette sul fondale del Mare del Nord hanno lasciato i perplessi i ricercatori per diverso tempo. Ora però, finalmente la causa è stata scoperta: c'è una ragione per cui il fondale si è modellato fino a presentare questi curiosi buchi. I ricercatori dell'università di Kiel, Germania, hanno trovato risposta al quesito rimasto a lungo irrisolto, scoprendo cosa ha provocato la comparsa di migliaia di piccoli crateri. Inizialmente, era stato ipotizzato che si trattasse di depressioni sulla superficie del fondale dovute allo scarico di metano, ma in realtà le cose non stanno così.

"Nel Mare del Nord sono state documentate più di 40.000 depressioni superficiali o 'fosse' dalla forma enigmatica con una profondità media di 11 centimetri, che non assomigliano alle morfologie conosciute dei pockmark" si legge nello studio"I nostri dati ad alta risoluzione forniscono una nuova interpretazione per la formazione di decine di migliaia di pozzi sul fondale marino del Mare del Nord, e prevediamo che i meccanismi sottostanti si verifichino a livello globale, ma fino ad ora sono stati supervisionati."

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A provocare i buchi sui fondali sono le focene

A provocare i buchi sui fondali sono le focene

Marcus Wernicke (Tuugaalik), Porpoise.org Porpoise Conservation Society/Wikimedia commons - CC BY-SA 4.0

Jens Schneider von Deimling, geoscienziato a capo dello studio, ha dichiarato: "I nostri risultati mostrano per la prima volta che queste depressioni si verificano in connessione diretta con l'habitat e il comportamento delle focene e dei cicerelli e non sono formate dalla risalita dei fluidi." I responsabili, dunque, sarebbero questi animali marini. La ricerca si è concentrata proprio sul Mare del Nord, al largo dell'arcipelago tedesco Helgoland, sfruttando la tecnologia dell'ecoscandaglio multiraggio per monitorare il fondale e rilevando 42.458 pozzi poco profondi, come li chiamano gli scienziati, la cui morfologia si distingue da quella dei classici butteri.

Il team, composto anche dai ricercatori di Medicina Veterinaria di Hannover e dell'Istituto Alfred Wegener, ha quindi scoperto che le depressioni sono provocate dalle focene. Mentre sono alla ricerca di cicerelli, fonte alimentare essenziale per loro, provocano fosse sul fondale: i cicerelli, infatti, passano gran parte dell'anno nascosti in sedimenti poco profondi e sono un componente indispensabile della dieta delle focene di quest'area marittima.

Il potenziale impatto dei vertebrati marini sui fondali a livello globale

Il potenziale impatto dei vertebrati marini sui fondali a livello globale

NOAA Ocean Exploration

Come spiega von Demiling, "abbiamo dovuto elaborare un'ipotesi alternativa e questo ci ha permesso di prevedere dove si trovano i potenziali siti di alimentazione delle focene, ed è esattamente dove abbiamo trovato le fosse, sempre vicine agli habitat del cicerello. La nostra analisi dei dati estesa e multidisciplinare ora fornisce una spiegazione conclusiva per la nostra ipotesi."

I dati emersi dallo studio conducono alla teoria che i vertebrati marini possano avere un importante impatto sul fondale marino a livello globale, finora sottovalutato: soltanto i buchi individuati nella zona presa in esame rappresentano il 9% del fondale, per un totale di 1.1581 km² sui cui si trovano 773.369 tonnellate di sedimenti. “I nostri risultati hanno implicazioni di vasta portata dal punto di vista geologico e biologico" afferma il dottor von Deimling. "Possono aiutare a valutare i rischi ecologici associati all’espansione delle energie rinnovabili nel settore offshore e quindi a migliorare la protezione dell’ambiente marino".

L'approccio multidisciplinare ha previsto analisi geologiche e oceaniche, la mappatura del fondale e dell'habitat per scoprire quali animali marini fossero attivi nei punti in cui appaiono le fosse: il mistero è finalmente svelato.

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