Scoperto un buco nero da record: ingloba un sole al giorno ed è il più luminoso che si sia mai visto

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di Francesca Argentati

23 Febbraio 2024

Scoperto un buco nero da record: ingloba un sole al giorno ed è il più luminoso che si sia mai visto
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Scoperto un buco nero supermassiccio, così "affamato" da mangiare un sole al giorno: scopriamo di più sull'incredibile novità dello spazio e i dettagli forniti dagli scienziati.

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Il quasar super affamato: J0529-4351

Il quasar super affamato: J0529-4351

Nature Astronomy

Un buco nero supermassiccio, con una massa di circa 17 miliardi di soli e superaffamato è stato scoperto dagli astronomi: situato al centro di una distante galassia luminosissima, è stato chiamato J0529-4351 e riesce a "ingoiare" materiale di polvere e gas di grandezza pari al Sole ogni giorno. Si tratta del black hole più vorace che sia mais tato scoperto finora, stando alle dichiarazioni del gruppo di astronomi coordinato da Christian Wolf dell'Australian National University.

Proprio la sua insaziabilità ne caratterizza la rapida crescita e lo sta portando al limite delle sue capacità di inglobare materiale. I buchi neri hanno una massa che supera di milioni o miliardi di volte quella del Sole e sono situati al centro delle galassie: tramite il Very Large Telescope dell'ESO, l'Osservatorio Europeo Australe, gli astronomi hanno individuato il quasar in questione, particolarmente brillante rispetto agli altri e più luminoso di qualsiasi corpo celeste che sia mai stato osservato. I quasar vengono alimentati da questi buchi neri enormi, che accumulano materia dall'ambiente spaziale intorno con un'attività energetica tanto elevata da produrre una luce visibile anche a enormi distanze. Per questo motivo sono visibili dalla Terra e, nel caso di questo buco nero supermassiccio da record, ancora di più.

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Il buco nero ha una massa di 17 miliardi di Soli

Il buco nero ha una massa di 17 miliardi di Soli

ESO/M. Kornmesser

https://www.nature.com/articles/s41550-024-02195-xLa materia che viene attirata verso questo immenso buco nero forma una sorta di disco con sette anni luce di diametro, più di 15.000 volte la distanza stimata tra il Sole e l'orbita di Nettuno. J0529-4351 è così lontano da noi che la sua luce ha viaggiato per dodici miliardi di anni prima di raggiungere la Terra. Wolf ha spiegato: “Abbiamo scoperto il buco nero con la crescita più rapida finora conosciuto. Ha una massa di 17 miliardi di Soli e mangia poco più di un Sole al giorno. Questo lo rende l’oggetto più luminoso dell’Universo conosciuto."

Samuel Lai, dottorando dell’ANU e coautore dello studio, ha aggiunto: "Tutta questa luce proviene da un disco di accrescimento caldo che misura sette anni luce di diametro: questo deve essere il più grande disco di accrescimento nell’Universo." Secondo Christopher Onken, il buco nero è così visibile che è sorprendente sia rimasto sconosciuto fino ad oggi, "quando conosciamo già circa un milione di quasar meno impressionanti. Fino ad lo abbiamo avuto letteralmente davanti agli occhi”. In realtà, ha spiegato, questo corpo celeste era presente nelle immagini della Schmidt Southern Sky Survey dell'ESO acquisite nel 1980, senza tuttavia essere riconosciuto come quasar.

J0529-4351 era stato catalogato come una stella

J0529-4351 era stato catalogato come una stella

ESO/Digitized Sky Survey 2/Dark Energy Survey

Identificare i quasar non è così semplice: richiede osservazioni precise da aree molto estese dello spazio e i dati che ne emergono sono così densi che i ricercatori, nella maggior parte dei casi, ricorrono a modelli di apprendimento automatico per riuscire a esaminarli e identificare i quasar, differenziandoli da altri oggetti, seppur con alcuni limiti: i modelli si basano su dati esistenti e conosciuti, dunque un eventuale nuovo quasar più luminoso degli altri potrebbe essere classificato come una comune stella nei pressi della Terra.

Per questo, i dati raccolti dal satellite Gaia dell'ESA aveva identificato che J0529-4351 proprio come una stella, dal momento che era troppo luminoso per essere un quasar. Nel 2023, tramite le osservazioni del telescopio ANU dell'Osservatorio Siding Spring, Australia, i ricercatori lo hanno invece riconosciuto come buco nero supermassiccio, ricorrendo poi a strumenti e telescopi più accurati per confermarlo.

La scoperta di questi corpi celesti così remoti riuscirà a svelare i segreti dell'Universo primordiale?

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