Questa fotocamera scatterà foto nello stesso identico punto per i prossimi 1000 anni

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di Gianmarco Bonomo

30 Gennaio 2024

Questa fotocamera scatterà foto nello stesso identico punto per i prossimi 1000 anni
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Una fotografia cattura un istante, o poco più. Eppure, un recente progetto vorrebbe osservare l’evoluzione dell’ambiente per i prossimi mille anni attraverso una singola immagine. Il progetto ha il nome, azzeccato, di Millennium Camera e si svolgerà a Tucson, in Arizona. A proporlo l’artista concettuale e filosofo sperimentale Jonathon Keats, che intende stimolare la riflessione su quanto sia importante preservare l’ambiente per le generazioni future. Ma in che senso si parla di una foto della durata di 1000 anni?

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Una foto di mille anni: cos’è la Millennium Camera?

Una foto di mille anni: cos’è la Millennium Camera?

Chris Richards/Arizona University Communications

Come può cambiare un ambiente cittadino nel corso di mille anni? E soprattutto: quanto? La natura prenderà il posto dello spazio urbanizzato oppure, come spesso si pensa, avverrà il contrario? Quali saranno i cambiamenti nei prossimi decenni e nei prossimi secoli? Piuttosto che domande da urbanista e geografo, si tratta di questioni che dovrebbero porsi tutti coloro che vivono un luogo giorno dopo giorno, e che si è posto anche Jonathon Keats, da cui l’installazione della Millennium Camera. Questa fotocamera, dal nome evocativo ed esplicativo, è stata posizionata in una zona della città di Tucson, in Arizona, da cui si può ammirare la vegetazione prossima al deserto. Ma cosa accadrà nei prossimi 1000 anni? Queste le parole di Keats:

La maggior parte delle persone ha una visione piuttosto cupa di ciò che ci aspetta. È facile immaginare che tra mille anni le persone possano trovarsi davanti una versione di Tucson decisamente peggiore di quella che vediamo oggi, ma il fatto che possiamo immaginarla non è una brutta cosa.

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Il funzionamento della Millennium Camera: mille anni di esposizione

Il funzionamento della Millennium Camera: mille anni di esposizione

Pexels

L’obiettivo è quindi riuscire a immaginare il futuro del nostro ambiente, agendo con responsabilità piuttosto che accettando passivamente ciò che può accadere. Ma come si lega questa iniziativa al funzionamento della Millennium Camera? Il segreto è l’esposizione, ossia il tempo che la luce ha per entrare nel sensore di una fotocamera. Di solito, le normali macchine fotografiche utilizzano esposizioni di frazioni di secondo, o al massimo di qualche secondo. Nel caso della Millennium Camera, l’esposizione sarà di mille anni.

A dire il vero, siamo già abituati a vedere fotografie con esposizioni lunghe. Il classico esempio è quello notturno di una città in cui le luci delle auto creano scie luminose, o le meravigliose foto delle stelle in cielo che creano scie circolari. Mille anni rappresentano però un tempo fin troppo lungo, ed è chiaro l’intento concettuale e sperimentale della Millennium Camera. Si tratta di una fotocamera il cui scopo è sensibilizzare le generazioni presenti, immaginando i cambiamenti futuri.

Oltre al Millennium Camera: gli esperimenti di Keats in Italia

Oltre al Millennium Camera: gli esperimenti di Keats in Italia

Chris Richards/Arizona University Communications

D’altronde, Jonathon Keats non è nuovo a esperimenti concettuali che giocano con la nostra percezione dell’ambiente e con le idee scientifiche. Particolarmente interessante è la Fontana della Tolleranza realizzata a Fontecchio, in Italia, uno dei luoghi colpiti dal terremoto del 2009. Nella storica fontana del paese abruzzese, Keats avrebbe inserito polvere cosmica ricavata dalla limatura di un asteroide. Il messaggio dell’artista è semplice: una comunità che condivide una fonte comune deve costantemente reinventarsi e aprirsi al mondo. Anche riabilitando con l’arte pensata la realtà vissuta.

Iniziative come queste, o come la Millennium Camera di Tucson, spingono a riflettere sull’impatto che l’azione dell’uomo ha su ciò che lo circonda. Che sia l’ambiente, una città o anche altre persone. Per questa ragione, le opere di Jonathon Keats, strane se viste da una mera prospettiva pragmatica, possono comunicare poco. Eppure, ci portano a una caratteristica che soltanto noi abbiamo, per quanto poco utilizzata o sminuita: pensare.

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