Sviluppata la prima batteria nucleare in miniatura: la carica del cellulare durerà cinquant'anni

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di Francesca Argentati

15 Gennaio 2024

Sviluppata la prima batteria nucleare in miniatura: la carica del cellulare durerà cinquant'anni
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Per permettere al telefono di restare acceso e funzionante, dobbiamo ricaricarlo circa una volta al giorno: una vera incombenza, da cui un'azienda cinese potrebbe liberarci definitivamente. Ecco come.

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La prima batteria al mondo che miniaturizza l'energia atomica

La prima batteria al mondo che miniaturizza l'energia atomica

Pexels

Sappiamo quanto la tecnologia sia utile e comoda, tuttavia presenta dei limiti: ogni dispositivo alimentato da energia deve essere puntualmente ricaricato, in base alla frequenza del suo utilizzo. Lo smartphone, ad esempio, è uno strumento di cui non possiamo più fare a meno e di cui facciamo un uso pressoché costante, ma la durata della batteria difficilmente supera un'intera giornata. Così, dobbiamo preoccuparci - e ricordarci - di attaccarlo alla presa prima di uscire, per far sì che non ci abbandoni mentre ci troviamo fuori casa. Ormai siamo abituati a farlo, ma non sarebbe meglio poterlo evitare?

Gli scienziati cinesi vogliono renderlo possibile, realizzando una batteria capace di tenere un cellulare carico per mezzo secolo! Proprio così: la Betavolt Technology, sartup di Pechino, Cina, ha messo a punto una batteria radioattiva così longeva da farci dimenticare il noioso carica batterie una volta per sempre. Non solo: questa innovazione sarebbe anche in grado di alimentare droni in grado di volare senza limiti, quantomeno temporali. Si tratta, stando a quanto dichiarato dall'azienda, della prima batteria al mondo a miniaturizzare l'energia atomica: per realizzarla, sono stati inseriti 63 isotopi nucleari in un modulo grande meno di una moneta, e la cui energia rilasciata viene convertita in elettricità tramite un processo risalente al XX secolo.

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La nuova batteria a energia atomica alimenterà un cellulare per 50 anni

La nuova batteria a energia atomica alimenterà un cellulare per 50 anni

Betavolt Technology

Attualmente, la nuova promettente batteria di prossima generazione è in fase di test pilota, per poi passare alla produzione in serie per il funzionamento di smartphone e droni, ma non solo. Betavolt ha previsto che la prima batteria nucleare potrebbe essere in gradi di fornire una potenza pari a 100 microwatt e una tensione di tre V in 15x15x15 millimetri cubi. Entro il 2025, ha l'obiettivo di realizzare la prima batteria con 1 watt di potenza. La startup cinese ha reso noto che "le batterie a energia atomica Betavolt possono soddisfare le esigenze di alimentazione a lunga durata in molteplici scenari, come quello aerospaziale, apparecchiature di intelligenza artificiale, apparecchiature mediche, microprocessori, sensori avanzati, piccoli droni e micro-robot."

I campi di applicazione sono dunque vasti e andranno al di là dei semplici smartphone: “Questa nuova innovazione energetica aiuterà la Cina ad acquisire un vantaggio nel nuovo ciclo della rivoluzione tecnologica dell’intelligenza artificiale." Nello scenario futuro, la Betavolt si figura cellulari in grado di restare carichi per ben cinquant'anni, grazie alle minuscole dimensioni delle batterie che saranno utilizzate in serie per generare un'incredibile quantità di energia. Inoltre, le batterie nucleari saranno più sicure e non soggette al rischio di incendi o esplosioni come quelle attuali, oltre a "funzionare a temperature che vanno da -60 gradi Celsius a 120 gradi Celsius", resistendo dunque a temperature estrema senza deteriorarsi o diventare pericolose.

Ecco come è stata realizzata la prima batteria nucleare: è sicura?

Ecco come è stata realizzata la prima batteria nucleare: è sicura?

Betavolt Technology

Come è stata realizzata la pima batteria nucleare? Gli scienziati cinesi, come fonte di energia, hanno impiegato un elemento radioattivo, il nichel-63, e per i convertitori di energia sono ricorsi ai semiconduttori di diamante. Dopo aver realizzato un semiconduttore di diamante monocristallino spesso solo 10 micron, hanno sistemato un foglio di nichel-63 di due micron in mezzo a due convertitori di semiconduttori di diamante. A questo punto, l'energia di decadimento della fonte radioattiva è stata quindi convertita in corrente elettrica, generando una batteria a energia atomica leggera e longeva. Come detto, collegando queste batterie atomiche è possibile produrre così tanta energia da alimentare sistemi di intelligenza artificiale, automobili e molto altro a lungo termine.

Trattandosi di una batteria radioattiva, tuttavia, sono inevitabili alcune perplessità relative proprio alle radiazioni dell'energia nucleare. Betavolt si è espressa al riguarda, rassicurando sul fatto che la sua creazione è sicura e affidabile, dal momento che non emana radiazioni all'esterno: è infatti adatta anche all'utilizzo in dispositivi da impiantare nel corpo umano, come ad esempio i pacemaker. "Le batterie a energia atomica sono rispettose dell'ambiente. Dopo il periodo di decadimento, i 63 isotopi si trasformano in un isotopo stabile di rame, che non è radioattivo e non rappresenta alcuna minaccia ambientale o inquinamento." Anche in caso di danneggiamenti importanti come fori e persino proiettili, le batterie non esploderanno.

In passato, USA e Unione Sovietica svilupparono batterie termonucleari per sonde spaziali e sottomarini, che però erano molto costose e di massicce dimensioni. Il progetto della Cina è proprio quello di riprodurre queste batterie in scala ridotta, miniaturizzandole: un passo verso un'energia potenzialmente illimitata, che potrebbe farci dire addio agli attualmente indispensabili carica batterie.

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