Pietra di 2400 anni fa ritrovata in Italia: potrebbe essere la mappa celeste più antica mai scoperta

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di Gianmarco Bonomo

31 Dicembre 2023

Pietra di 2400 anni fa ritrovata in Italia: potrebbe essere la mappa celeste più antica mai scoperta
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Siamo a Rupinpiccolo, un borgo nella provincia di Trieste, in Italia. All’interno di un castelliere della zona, un struttura difensiva risalente ad almeno 2500 anni fa, è stata ritrovata la più antica mappa celeste mai scoperta. Vediamo i dettagli di questo ritrovamento.

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Ritrovata la più antica mappa celeste al mondo

Ritrovata la più antica mappa celeste al mondo

Società friulana di archeologia

La presenza del Castelliere di Rupinpiccolo è abbastanza nota e studiata dagli archeologi della provincia di Trieste. All’interno della struttura, tuttavia, sono state ritrovate due pietre circolari che all’inizio sembravano - appunto - pietre. A questo punto, l’archeologo Federico Bernardini, dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, decide di contattare l’astronomo Paolo Molaro, dell’Istituto Nazionale di Astrofisica. Secondo loro, quelle ritrovate nel castelliere non sarebbero delle semplici pietre circolari, ma l’esempio più antico mai scoperto di mappa celeste.

Inizia così uno studio approfondito delle due pietre del Carso. In particolare una presenta 29 incisioni, di cui 24 su un lato e 5 sull’altro lato, e sembrano essere state eseguite da un’unica mano. Analisi scientifiche indicano l’uso di un martello e di uno scalpello rudimentale in metallo. Appare interessante, a questo proposito, anche il ritrovamento di un’arma in bronzo compatibile con le incisioni nel Castelliere di Elleri, vicino Rupinpiccolo. Ma perché si parla di mappa celeste?

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Nel segno dello Scorpione, 2500 anni fa

Nel segno dello Scorpione, 2500 anni fa

INAF / Bernardini et al., Documenta Praehistorica

Partiamo dall’inizio: appare chiaro come i 29 segni incisi nella pietra siano stati eseguiti dall’uomo. Inoltre, l’incisione deve essere avvenuta almeno 2400 anni fa, nel 400 a.C., quando ancora il Castelliere di Rupinpiccolo era ancora utilizzato dalle popolazioni dell’epoca. Detto questo, tutti i segni presenti sulla pietra possono essere sovrapposti alle stelle della costellazione dello Scorpione, di Orione e delle Pleiadi. Tutti i segni, tranne uno. I cinque segni sul retro sono invece sovrapponibili a Cassiopea.

Secondo quanto affermato da Bernardini e Molaro, nel loro studio pubblicato su Astronomische Nachrichten, una stella in particolare non è più visibile oggi dal Castelliere. Si tratta di Sargas, conosciuta anche come Theta Scorpii, che però era sopra l’orizzonte almeno 2400 anni fa. Insomma, la pietra ritrovata nel Carso potrebbe essere la più antica mappa celeste mai scoperta.

Anche una supernova nella mappa celeste

Anche una supernova nella mappa celeste

Pexels

Tutti i segni tranne uno, abbiamo detto, corrispondono a costellazioni visibili nel cielo dal Castelliere di Rupinpiccolo almeno 2400 anni fa. E quell’unico segno? Secondo l’archeologo e l’astronomo, potrebbe esserci una spiegazione anche per quello. Infatti, potrebbe trattarsi di una supernova o di un “transiente”, oggetto astronomico che appare e scompare nel cielo notturno. Insomma, potrebbe anche essere un buco nero, il cui disco di accrescimento avrebbe meritato un posto nella mappa celeste.

In conclusione, la pietra di Rupinpiccolo potrebbe rappresentare un oggetto di valore inestimabile per la comprensione dell’astronomia nell’Europa protostorica, e non solo. Forse si tratta della mappa celeste più antica mai scoperta, che colpisce per l’accuratezza con cui ha “dipinto” il cielo notturno di 2400 anni fa.

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