Record Bitcoin: una sola transazione consuma 16.000 litri di acqua

di Cassandra Testa

15 Dicembre 2023

Record Bitcoin: una sola transazione consuma 16.000 litri di acqua
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La moneta virtuale Bitcoin, già nota in passato per i suoi elevati consumi di elettricità, torna oggi sotto i riflettori battendo un nuovo record: il consumo di ben 16.000 litri d'acqua per una singola operazione avvenuta all'interno della blockchain.

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Lo studio che è stato pubblicato su Cell Reports Sustainability

Lo studio che è stato pubblicato su Cell Reports Sustainability

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Il 29 Novembre 2023, il ricercatore Alex De Vries, ha pubblicato su Cell Reports Sustainability uno studio chiamato "Bitcoin’s growing water footprint", ossia "La crescente impronta idrica di Bitcoin", in cui è stato analizzato in modo approfondito il consumo di acqua conseguente alle operazioni in Bitcoin effettuate all'interno della relativa rete, denominata anche blockchain.

In base a quanto emerge dalla ricerca, nel corso del 2021 i consumi d'acqua connessi alle estrazioni di Bitcoin sono stati ben di 1,572 miliardi di litri, mentre per ogni singola transazione sono stati consumati precisamente 16.279 litri d'acqua. Si presume, inoltre, che, nel corso del 2023, questo valore potrebbe addirittura superare i 22.000 litri. Si tratta più o meno dell'equivalente di una piccola piscina e questo dato è decisamente impressionante.

Per avere un'idea ancora più dettagliata di tale entità, basti pensare che si tratta di un valore ben sei milioni di volte superiore rispetto a quello legato all'uso di una comune carta di credito.

Si può prendere in considerazione anche l'impronta idrica degli alimenti per avere un ulteriore parametro di confronto. Per esempio per la produzione della carne di manzo si consumano mediamente 15.415 l per ogni Kg, mentre per la lattuga 5.520 l/Kg.

Per quanto riguarda una lavatrice, invece, per ogni lavaggio vengono consumati in media circa 40-50 litri, una quantità, quindi, irrisoria rispetto a quella del Bitcoin.

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Perché il Bitcoin ha bisogno di usare così tanta acqua?

Perché il Bitcoin ha bisogno di usare così tanta acqua?

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L'acqua viene utilizzata per raffreddare gli impianti a gas e carbone che consentono di produrre gran parte dell'energia utilizzata dai super computer per minare il Bitcoin. Inoltre, diverse quantità di acqua vengono perse per effetto dell'evaporazione e una parte di essa viene anche impiegata per raffreddare i computer stessi che compiono le operazioni di mining.

In base a quanto affermato da De Vries, quindi, il Bitcoin da solo non dovrebbe consumare una quantità così elevata di fonti idriche, ma il problema è derivato dalle operazioni di mining, in modo particolare dal meccanismo di validazione chiamato proof of work. Essa è la competizione che viene instaurata tra i vari miners in cui chi è in grado di elaborare una richiesta prima degli altri riceve in premio la possibilità di acquisire una parte della valuta digitale.

Quali sono le possibili conseguenze di questa "sete" d'acqua?

Quali sono le possibili conseguenze di questa "sete" d'acqua?

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All'interno dello studio, è lo stesso ricercatore Alex De Vries ad avvertire sul fatto che se non verranno prese delle precauzioni e introdotti dei limiti, questa attività potrebbe influire in modo decisamente negativo sull'approvvigionamento idrico delle famiglie. Questo sarà ancora più grave per quei Paesi che stanno già sperimentando delle difficoltà riguardo al reperimento dell'acqua come, ad esempio, gli Stati Uniti.

Questo dato allarmante, quindi, si aggiunge a quello rilevato da una precedente ricerca svolta dal Cambridge Bitcoin Electricity Consumption Index. In questo report è stato, infatti, analizzato che le transazioni in Bitcoin arrivano a consumare fino a ben 150 Terawattora all'anno, l'equivalente di una quantità di energia sufficiente per alimentare l'intero Paese dell'Argentina da gennaio a dicembre.

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