Scoperta piramide di 25 mila anni in Indonesia: per alcuni non è stata realizzata dall’uomo

Gianmarco Bonomo image
di Gianmarco Bonomo

09 Dicembre 2023

Scoperta piramide di 25 mila anni in Indonesia: per alcuni non è stata realizzata dall’uomo
Advertisement

Siamo abituati a pensare che le piramidi siano un’esclusiva degli antichi Egizi o delle popolazioni sudamericane. D’altronde, sappiamo benissimo che ci sono piramidi a Giza, in Egitto, e in Messico. Eppure, non è proprio così: una ricerca ha rivelato che la più antica piramide al mondo sarebbe stata trovata in Indonesia, e risale a 25 mila anni fa. Vediamo tutti i particolari di questa scoperta con risvolti potenzialmente rivoluzionari.

Gunung Padang: la piramide più antica al mondo

Gunung Padang: la piramide più antica al mondo

Natawidjaja et al./Archaeological Prospection - CC BY 4.0 DEED

Inizialmente scambiato per una collina naturale, Gunung Padang è un sito megalitico che si trova nel distretto di Cianjur, in Giava Occidentale, Indonesia. Secondo alcuni ricercatori, la piramide potrebbe invece avere origini umane e sfidare quindi le convinzioni tradizionali sulle prime piramidi realizzate dall’uomo. Il sito megalitico, infatti, risale a 25 mila anni fa, un’epoca in cui non era stato neanche domesticato il cane.

La struttura è alta fra i 20 e i 30 metri, e lo studio ha potuto riscontrare quattro diverse fasi di realizzazione in quattro periodi diversi. La parte più antica della piramide avrebbe avuto origine da una collina lavica naturale, ma sarebbe stata modellata con precisione fra 25 mila e 14 mila anni fa. Le altre fasi sono più recenti, ma non così tanto: l’Unità 3 e l’Unità 2 della piramide risalgono a un periodo compreso fra 10 mila e 7 mila anni fa. La parte più recente della piramide invece sarebbe stata realizzata intorno a 4 mila anni fa.

Advertisement

Cavità nascoste all’interno della piramide di Gunung Padang

Cavità nascoste all’interno della piramide di Gunung Padang

RaiyaniM/Wikimedia Commons - CC BY-SA 4.0 DEED

Se confermate, queste scoperte potrebbero davvero riscrivere la storia delle costruzioni umane. O almeno, la storia di un’azione antropica sul mondo naturale su larga scala. Ma per i ricercatori potrebbe anche esserci dell’altro: la piramide di Gunung Padang potrebbe avere all’interno cavità e camere nascoste. Un po’ come nelle Piramidi di Giza, ma molto tempo prima.

L’ipotesi è senza dubbio affascinante, e si potrà avere una conferma soltanto dopo l’esplorazione dettagliata della piramide più antica al mondo. Gli spazi nascosti potrebbero dare risposte definitive sulla funzione della piramide e, perché no, su com’è stata costruita. Magari, potremmo anche trovare conferme del perché la piramide è stata sepolta, tanto da apparire oggi come una collina verde e rigogliosa.

Per alcuni ricercatori a realizzare la piramide non sono stati gli esseri umani

Per alcuni ricercatori a realizzare la piramide non sono stati gli esseri umani

Natawidjaja et al./Archaeological Prospection - CC BY 4.0 DEED

Di fronte allo studio che data la piramide di Gunung Padang a 25 mila anni fa, non tutti i ricercatori hanno accolto la proposta. Al contrario, alcuni archeologi hanno espresso un forte scetticismo nei confronti delle conclusioni della ricerca. Secondo l’archeologo Lutfi Yondri, le prove riguardanti l’abilità muraria di questa antica civiltà sarebbe del tutto inesistenti. E non è finita qui, perché l’archeologo Flin Dibble ha sollevato seri dubbi sulle conclusioni dello studio: i campioni di terreno non mostrano attività umana al di là di ogni ragionevole dubbio.

Insomma: gli autori della ricerca magari penseranno che gli altri archeologi siano impauriti dalle rivelazioni, ma per la comunità scientifica la piramide di Gunung Padang solleva più dubbi che conferme. Al momento, è molto più probabile che la costruzione non sia una costruzione in senso stretto, ma il risultato di fenomeni naturali che si sono susseguiti nel tempo. Forse è davvero così, o forse c’è davvero qualcosa dentro quella piramide, in attesa di essere scoperto e cambiare la nostra concezione del passato.

Advertisement