Gli scienziati preferiscono il parere dell'Intelligenza Artificiale rispetto a quello dei colleghi umani: l'indagine

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di Francesca Argentati

01 Novembre 2023

Gli scienziati preferiscono il parere dell'Intelligenza Artificiale rispetto a quello dei colleghi umani: l'indagine
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Tra i programmi di chatbot che sfruttano l'intelligenza artificiale, c'è ChatGPT, il suo utilizzo si sta estendendo al punto di sostituire persino il parere umano nell'analisi di documenti scientifici, secondo un sondaggio. 

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ChatGPT: cos'è e a cosa serve

ChatGPT: cos'è e a cosa serve

Freepik

ChatGPT è un modello linguistico lanciato da OpenAI nel novembre del 2022 che sfrutta un'incredibile quantità di dati per elaborare le sue risposte, rendendosi estremamente utile anche per quanto riguarda l'ambito lavorativo. In sostanza, è sufficiente porre una domanda per ottenere informazioni dettagliate su praticamente qualunque argomento, fatta eccezione per le tematiche particolarmente sensibili: questa tecnologia avanzata è in grado di indicizzare parole e frasi attraverso statistiche, apprendimento supervisionato e di rinforzo. Non possiede, naturalmente, la stessa intelligenza di un cervello umano, tuttavia è in grado di assemblare le parole in modo sorprendente, generando dei discorsi non solo di senso compiuto, ma anche ben formulati.

In ambito accademico e scientifico, è particolarmente utile non solo per redigere articoli, ma anche per chiedere suggerimenti sul titolo da utilizzare, sulle nozioni da inserire, fino a produrre un intero documento: questo vale anche per i più semplici temi e tesine scolastici, fino a testi di divulgazione scientifica. Per questo motivo, sono sorti numerosi dibattiti e perplessità riguardo al suo utilizzo, che da semplice supporto può diventare un vero e proprio sostituto di alcune attività umane. Come, ad esempio, nel caso dei revisori scientifici.

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ChatGPT e revisione scientifica: l'esperimento

ChatGPT e revisione scientifica: l'esperimento

Pexels

A quanto pare, i ricercatori preferiscono ricevere l'opinione di ChatGPT sul proprio lavoro, piuttosto che rivolgersi ai propri colleghi per eventuali suggerimenti, critiche e correzioni. Prima di pubblicare i propri scritti sulle riviste scientifiche, gli accademici sono tenuti a sottoporre il proprio lavoro a una revisione paritaria, ovvero al giudizio dei colleghi di settore. Ciò significa che altri ricercatori dello stesso ambito valutano il lavoro svolto, comparandolo con precedenti articoli pubblicati per avvalorare le scoperte oppure confutarle. Questo sistema è volto a rendere il documento originale e con fondamenta solide, ma sembra che il numero di revisori "umani" sia andato scemando.

Molte riviste affidabili si appoggiano a revisori volontari per svolgere questo lavoro: ciò vuol dire che soltanto i ricercatori che accettano di revisionare i documenti dei colleghi paritari in modo gratuito si rendono disponibili, facendo sì che il loro numero sia sempre più esiguo. Questo tipo di risorsa, sia per la necessità di trovare una figura dello stesso settore che per la mancanza di incentivi, è sempre più difficile da trovare e questa consapevolezza ha spinto James Zou, assistente professore di scienza dei dati biomedici presso l'Università di Stanford, USA, a verificare se i chatbot come ChatGPT potessero effettivamente sostituire la revisione paritaria. Insieme ai suoi colleghi, ha campionato 5.000 documenti precedentemente revisionati dal gruppo editoriale Nature e dalla ICLR (Conferenza internazionale sulle rappresentazioni dell'apprendimento), inviando i file in PDF a ChatGPT e comparando la revisione dell'intelligenza artificiale con quella svolta dai ricercatori.

Sondaggio: il parere dei ricercatori sulla revisione di ChatGPT

Sondaggio: il parere dei ricercatori sulla revisione di ChatGPT

Pixabay

Il risultato ha rilevato che un terzo delle osservazioni circa effettuate dal programma erano uguali a quelle effettuate dagli esseri umani. A questo punto, Zou ha contattato i ricercatori che avevano redatto i documenti coinvolti nel suo studio: il 57,4% ha ritenuto la revisione di ChatGPT molto utile, mentre ben l'82,4% ha affermato che il lavoro svolto dal chatbot fosse migliore di quello di alcuni colleghi umani. Tuttavia, l'esperimento di Zou non ha considerato un aspetto importante: alcuni errori presenti nei feedback di ChatGPT, dovuti al problema della disinformazione dei chatbot, che può creare confusione. Il sondaggio di Zou non è ancora stato pubblicato poiché in attesa di revisione paritaria, ma ha comunque dimostrato che la maggior parte degli autori ritiene più efficiente ChatGPT che l'analisi dei propri colleghi. Rimane un punto di domanda: è davvero così?

In ogni caso, per usare questa tecnologia in modo funzionale e utile, puoi tenere conto di questi aspetti:

  • Formula frasi in modo semplice e chiaro, in modo che le risposte siano altrettanto semplici, ma dettagliate
  • Più dettagli fornirai, maggiore sarà la "comprensione" di ChatGPT nel fornirti una risposta efficace
  • Se hai bisogno di ispirazione per la stesura di un testo, chiedi alla tecnologia quali argomenti potresti affrontare
  • Se devi preparare un discorso, puoi chiedere al programma di darti alcuni spunti
  • Devi partire per un viaggio? Indicando la meta e descrivendo le tue esigenze, ChatGPT può fornirti un itinerario personalizzato

Insomma, le possibilità di utilizzo sono davvero tante, ma il contributo umano all'intelligenza artificiale non dovrebbe mai mancare. Tu che ne pensi?

Source:

https://arxiv.org/abs/2310.01783

Image Credit: Pixabay

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