Un'artista raccoglie la plastica dai mari e la trasforma in colorate opere d'arte che ci fanno riflettere

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di Lorenzo Mattia Nespoli

16 Agosto 2021

Un'artista raccoglie la plastica dai mari e la trasforma in colorate opere d'arte che ci fanno riflettere
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L'impatto ambientale che la plastica ha su mari, oceani e risorse acquatiche del nostro Pianeta è ormai una cosa nota e un tema sul quale è bene sensibilizzare e intervenire. Basta guardarsi intorno, in effetti, per rendersi conto di quanti oggetti siano fabbricati in plastica. E ovviamente si tratta di cose che, alla fine del loro ciclo di vita, diventano rifiuti pronti a inquinare.

Comprendere al meglio la portata di queste tonnellate e tonnellate di immondizia sugli ecosistemi è quasi impossibile, anche se, nel nostro piccolo, possiamo averne un piccolo ma inquietante "assaggio" ogni volta che ci rechiamo in spiaggia o in mare. È proprio su diverse spiagge invase dalla plastica che il gruppo di volontari di cui stiamo per parlarvi ha deciso di intervenire, a Bali, non solo raccogliendo i rifiuti, ma creando anche un'opera artistica molto particolare, in grado di farci riflettere al meglio sul problema.

via perpetualplastic/Instagram

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Si chiama "Perpetual plastic", e nessun nome potrebbe essere più appropriato per una "scultura" così. Quest'opera d'arte, infatti, in un modo colorato e piuttosto impressionante, fa luce sull'enorme flusso di scarti plastici e detriti che, dagli anni Cinquanta, invadono i meravigliosi e delicati spazi naturali del nostro Pianeta.

E, per farlo, quale modo migliore se non quello di raccoglierne il più possibile e disporli in bella mostra proprio su una spiaggia dell'isola indonesiana, dividendoli per colore a seconda del destino di ogni rifiuto plastico presente in natura. In sostanza, basandosi sui dati statistici, l'artista Liina Klauss, in collaborazione con lo scienziato marino Skye Moret e lo specialista tedesco Moritz Stefaner, ha pensato di rappresentare, con la sua opera, quanta plastica viene riciclata, quanta smaltita e non gestita, quanta incenerita e quanta sia ancora in uso.

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Ogni "corsia" di rifiuti di Perpetual Plastic, dunque, ci mostra in proporzione questi dati. Ed è senz'altro triste notare come quella più grossa sia la bianca, ossia quella riferita agli scarti plastici gettati ma non gestiti, e dunque destinati ad arrivare in natura così come sono.

perpetualplastic/Instagram

perpetualplastic/Instagram

In totale, la Klauss, con l'aiuto di un team di 50 volontari, ha composto questa singolare e significativa scultura con ben 4760 pezzi di spazzatura, raccolti, separati dagli altri e posizionati nel luogo opportuno. "La scienza ci dà nuove conoscenze sul mondo; l'arte invece ci offre nuove prospettive su come vedere il mondo. La fusione di entrambe ha un potere tremendo" ha commentato l'artista tedesca, e non potremmo che essere d'accordo.

perpetualplastic/Instagram

perpetualplastic/Instagram

"L'inquinamento plastico in tutto il mondo è diventato una specie di normale follia", ha proseguito, soffermandosi su quanto sia impressionante ritrovare qualsiasi cosa anche durante una semplice passeggiata sulla spiaggia. Del resto, il fenomeno è sotto gli occhi di tutti, ma gli sforzi per cambiare strada, purtroppo, sono ancora troppo scarsi e poco incisivi.

Klauss ha all'attivo oltre 50 installazioni di arte ambientale come Perpetual Plastic, tutte localizzate in vari Stati asiatici e tutte caratterizzate dall'utilizzo della sabbia come se fosse una "tela" su cui dipingere con i rifiuti raccolti. Scarti che, una volta utilizzati, vengono poi impiegati nuovamente per altre opere, oppure smaltiti correttamente, in modo da non gravare ancora sugli ecosistemi.

Che ne pensate di quest'opera? Non possiamo che sperare che serva a sensibilizzare sempre più persone, in tutto il mondo, su un tema così delicato e preoccupante.

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