Un team di ricerca sviluppa dei pannelli solari che producono 1.000 volte più energia dei tradizionali

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di Lorenzo Mattia Nespoli

24 Luglio 2021

Un team di ricerca sviluppa dei pannelli solari che producono 1.000 volte più energia dei tradizionali
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Se c'è una cosa che scienza e tecnologia ci insegnano, è che si può sempre migliorare anche qualcosa che, di per sé, è già avanzato ed efficiente.

Pensate ad esempio ai pannelli solari: è davvero positivo per l'ambiente riuscire a ricavare energia e sostentamento da una risorsa che la Terra ci fornisce di suo. Immaginate allora se questi strumenti potessero essere fino a mille volte più efficienti. Non stiamo sognando o citando un numero sensazionale senza motivo, ma ci stiamo riferendo alle scoperte e alle invenzioni portate avanti dai ricercatori della Martin Luther University, ateneo tedesco che si trova nelle città di Halle e Wittenberg. Cosa hanno scoperto? Semplice, ma ovviamente geniale: cambiando il materiale dei pannelli solari, l'energia può essere moltiplicata di molte, molte volte.

via Science Advances

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Amble/Wikimedia - Not the actual photo

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Cristalli fotoelettrici al posto del silicio: questa l'innovazione proposta dai ricercatori della Martin Luther University. Lo studio, pubblicato sulla rivista Science Advances, si è basato proprio sull'impiego di stati cristallini composti da elementi specifici come il bario e il calcio, particolarmente efficienti se applicati ai pannelli solari.

Il silicio, materiale attualmente di largo impiego per le celle solari, è poco costoso e piuttosto efficiente. Tuttavia, è proprio nella resa complessiva che può mostrare qualche limite, ed è da questo presupposto che è nata la sperimentazione dei nuovi composti basati sui cristalli ferroelettrici.

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Pxfuel - Not the actual photo

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Combinando diversi materiali, gli scienziati dell'ateneo tedesco sono riusciti a ottenere dei pannelli dall'efficienza incredibilmente più elevata rispetto a quelli tradizionali. Riescono infatti a fornire energia fino a mille volte in più, come hanno dimostrato i test condotti per un periodo lungo circa sei mesi.

Tutto questo, ovviamente, fa ben sperare in un possibile e futuro impiego della tecnologia in campo commerciale. "L'interazione tra gli strati del reticolo - ha spiegato Akash Bhatnagar, scienziato della MLU - sembra portare a una permittività molto più elevata. In altre parole, gli elettroni sono in grado di fluire molto più facilmente a causa dell'eccitazione da parte dei fotoni di luce".

Asian Development Bank/Flickr - Not the actual photo

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Sebbene per un'applicazione su larga scala della tecnologia occorrerà ancora aspettare, non c'è dubbio che un'innovazione del genere possa rappresentare una vera pietra miliare nel campo dei pannelli solari. Non resta che sperare, come per altre invenzioni rivoluzionarie, che prima o poi possa diventare di diffusione comune, producendo moltissima energia senza intaccare le risorse terrestri.

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