Azzurro per i maschietti e rosa per le femminucce? Anticamente non era affatto così

di REDAZIONE

07 Maggio 2019

Azzurro per i maschietti e rosa per le femminucce? Anticamente non era affatto così
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Blu come maschile e rosa come femminile. Probabilmente non esiste miglior modo per rappresentare una distinzione di genere profondamente radicata nella nostra cultura – e che, a dirla tutta, sarebbe anche ora di superare.

Nonostante in tempi recenti il concetto e il significato della parola "genere" stiano cambiando parecchio e assumendo contorni meno definiti rispetto alle loro percezioni più antiche, esistono ancora elementi che creano differenze, a partire dai colori.

Ma è sempre stato così? Non proprio, visto che questa fondamentale divisione tra rosa e azzurro è qualcosa di relativamente recente.

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Honolulu Museum of Art/Wikimedia

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C'è stato un tempo, infatti, in cui i colori non erano usati per distinguere maschi e femmine. Lo dimostrano gli studi di Jo B. Paoletti, professore dell'Università del Maryland, nonché autore di Pink and blue: telling the boys from the girls in America.

L'epoca in questione non è neanche troppo remota. Basta tornare alla metà dell'Ottocento per accorgersi che, fino a quel momento, bambini e bambine erano semplicemente vestiti di bianco, colore più facile da pulire in caso di sporco.

In seguito, per vestire i più piccoli è stata la volta dei colori pastello e dei toni chiari e, qualche anno più tardi, la divisione rosa-azzurro è diventata d'obbligo.

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pxhere

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Ma è qui che gli studiosi hanno scoperto qualcosa di insolito. Ai maschietti, infatti, era destinato il rosa, mentre alle femminucce l'azzurro o il blu.

Il motivo? Secondo le teorie più comuni, l'azzurro era associato alla Vergine Maria, mentre il rosa - derivato dal rosso - rimandava a forza e virilità.

Queste teorie trovano riscontro anche negli scritti di Gavin Evans, fotografo, scrittore ed esperto di colori. Proprio lui ha rivelato che la distinzione di colori opposta a quella odierna per maschi e femmine era la regola.

Dunque, quando è cambiato tutto per diventare com'è oggi? Il mutamento sembra essere cominciato a partire dal secondo dopoguerra.

Ben_Kerckx/Pixabay

Ben_Kerckx/Pixabay

Forse per una maggiore presenza delle donne nella vita pubblica, o forse per semplici ragioni di moda (gli studiosi indicano soprattutto l'influenza della moda francese, in cui il rosa era tradizionalmente associato alla femminilità), il rosa ha cominciato a essere visto come più adatto al genere femminile, mentre l'azzurro acquistava virilità e mascolinità.

E il divario si è ampliato nel corso degli anni, fino a diventare un vero e proprio tratto distintivo, specialmente negli articoli per l'infanzia.

Alla luce della curiosa storia di questi due colori, verrebbe da chiedersi quale sarà il destino di rosa e azzurro nei prossimi anni, visto che differenze e stereotipi di genere stanno via via lasciando il posto a un doveroso senso di uguaglianza e parità.

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