Gli ingegneri progettano una nuova biostampante 3D in grado di stampare la pelle per guarire le ferite

di Alberto Ragazzini

08 Marzo 2019

Gli ingegneri progettano una nuova biostampante 3D in grado di stampare la pelle per guarire le ferite
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Da quando le stampanti 3D sono arrivate sul mercato hanno trovato numerose applicazioni nel campo della medicina e della ricerca medica. Grazie al loro utilizzo gli studiosi sono riusciti a fare notevoli passi avanti nel campo della medicina rigenerativa riuscendo a unire le scoperte fatte in laboratorio con le nuove tecnologie. 

L'ultima ricerca in ambito di biostampanti 3D è un dispositivo mobile in grado di stampare direttamente sul corpo dei pazienti un nuovo doppio strato di pelle per guarire velocemente le ferite. 

via Nature

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Mitch Altman/Wikimedia

Mitch Altman/Wikimedia

Le biostampanti 3D sono attualmente i dispositivi che hanno permesso alla ricerca medica di fare notevoli passi avanti. Dopo le sperimentazioni per "stampare" parti di organi, legamenti e cornee alcuni ricercatori hanno progettato un nuovo strumento per poter guarire dalle ferite. Più in particolare questa biostampante è in grado di riprodurre la nuova pelle di un paziente per aiutarlo a guarire da ferite gravi o ustioni molto estese. Il nuovo sistema di bioprinting infatti permetterebbe di stampare direttamente su una ferita un doppio strato di pelle, e cosa più importante il tutto in mobilità.

La parte più innovativa il sistema mobile che potrebbe facilitare di molto le operazioni in loco sui pazienti. Gli autori di questa scoperta sono stati un gruppo di medici del Wake Forest Institute for Regenerative Medicine (WFIRM), tra cui il professore Sean Murphy autore principale dell'articolo

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Wake Forest Institute for Regenerative Medicine (WFIRM)

Wake Forest Institute for Regenerative Medicine (WFIRM)

Come materiale di stampa è stato utilizzato una particolare mescola tra le principali cellule coinvolte nel processo di cicatrizzazione e un idrogel inserita poi nella stampante. Come se non bastasse il dispositivo prima di applicare la sostanza cicatrizzante analizza la ferita, simulando poi in modo molto più veloce tutto il processo che solitamente è a opera del nostro copro. 

Il progetto è ancora in fase di sperimentazione e se dovesse aver successo potrebbe sostituire i trapianti cutanei che vengono spesso utilizzati in caso di ustioni e grandi ferite. Questi procedimenti infatti sono molto complicati e con molte probabili complicazioni per i pazienti. L'obiettivo della biostampante della WFIRM è sostituire queste procedure con un sistema di cicatrizzazione totalmente accettato dal corpo del paziente e senza nessuna possibilità di rigetto.  

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