L'isola "dimenticata" delle Hawaii, in cui il tempo sì è fermato a 150 anni fa

di Alberto Ragazzini

15 Febbraio 2019

L'isola "dimenticata" delle Hawaii, in cui il tempo sì è fermato a 150 anni fa
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Probabilmente non avrete mai sentito parlare di Niihau "l'isola proibita" dell'arcipelago delle Hawaii, questo piccolo pezzo di terra ha ricevuto questo appellativo per un motivo molto semplice: da quasi 150 anni vive nel più completo isolamento con il resto del mondo. Tutto è rimasto come allora le tradizioni, la cultura e lo stile di vita non sono cambiati nonostante le costanti pressioni da parte del progresso e dei politici locali che non sono riusciti a far vacillare una promessa presa oltre 100 anni prima...

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Christopher P. Becker/Wikimedia

Christopher P. Becker/Wikimedia

A circa 30 Km da Kauai nelle Hawaii si trova una piccola isola conosciuta con il nome di Niihau o anche "l'isola proibita" dell'arcipelago. Questo appellativo è dovuto al fatto che questa terra è rimasta chiusa e isolata per circa 150 anni, ciò ha permesso all'isola e ai suoi pochi abitanti di mantenere la cultura locale tradizionale di fronte al colonialismo e alla modernità che invece ha preso piede nel resto dell'arcipelago. Preservare e mantenere tutto come allora è un obiettivo ancora oggi molto caro per i proprietari dell'isola, il tutto grazie a una promessa fatta oltre 100 anni fa.

Tutto è iniziato nel lontano 1864 quando una ricca vedova scozzese di nome Elizabeth McHutchison Sinclair, acquistò l'isola dall'allora re hawaiano Kameameha V. La donna insieme alla sua famiglia si trasferì dalla Nuova Zelanda dove avevano accumulato una certa fortuna come agricoltori, l'obiettivo era quello di creare un ranch sull'isola di Niihau per la sua famiglia e la dinastia futura. Quando venne raggiunto l'accordo il re fece una particolare richiesta alla nuova proprietaria dell'isola, chiedendole di aiutare la popolazione il giorno in cui gli hawaiani e le Hawaii non sarebbero stati più forti come in quel momento.

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Christopher P. Becker/wikipedia

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Quelle parole furono profetiche tanto che nel 1893 la monarchia hawaiana fu sostituita dal governo americano facendo diventare le Hawaii nel corso degli anni il 50esimo stato degli USA. La promessa venne pesa molto sul serio dalla famiglia e da allora fino ad oggi ogni discendente ha lottato per preservare e proteggere la cultura locale, applicando una politica "anti visitatori" estesa anche ad amici e familiari residenti su altre isole hawaiane. 

Così Niihau è rimasta come incapsulata nel tempo, non esistono strade, condotte idriche, negozi o automobili: gli attuali fratelli discendenti si impegnano a portare rifornimenti dalla terra ferma mentre gli abitanti sopravvivono grazie all'allevamento, alla pesca e alla produzioni di gioielli fatti con i coralli. Nonostante l'isolamento la gente del luogo però non vive in uno stato di arretratezza: parlano regolarmente inglese, vanno e vengono dalla vicina Kauai e conoscono le moderne tecnologie tanto che la scuola dell'isola è alimentata dall'energia dei pannelli solari.

Francis Sinclair/Wikipedia

Francis Sinclair/Wikipedia

Dopo la chiusura del ranch Sinclair fondato nel 1864 non è rimasto più molto lavoro per diversi abitanti che hanno dovuto abbandonare l'isola alla ricerca di lavoro: lo spopolamento e le pressioni dei politici hawaiani hanno in questi anni portato i discendenti Sinclair a fare delle piccole concessioni in materia di turismo. Si tratta di visite limitate allo snorkeling e alle immersioni nei pressi dell'isola, e qualsiasi tipo di contatto con la popolazione locale è evitato accuratamente. Speriamo che questo piccolo angolo di mondo dove il tempo si è fermato, riesca a preservare ancora a lungo tradizioni, culture e stili di vita di questa bellissima isola.

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