Gli scienziati stanno cercando di "imbottigliare" l'energia solare creando un combustibile liquido che la trattenga a lungo

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di Claudia Melucci

07 Novembre 2018

Gli scienziati stanno cercando di "imbottigliare" l'energia solare creando un combustibile liquido che la trattenga a lungo
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Il problema principale dell'energia solare è che non c'è un modo efficiente ed economico, ad oggi, di immagazzinarla per usarla in un secondo momento. Negli ultimi anni, gli studi si sono concentrati proprio sulla ricerca di una soluzione a questo ostacolo: uno studio svedese, ad esempio, ha sviluppato uno speciale fluido che riesce a stoccare l'energia ricavata dal sole fino a 18 anni. Un sistema semplice e a basso costo, che potrebbe dare inizio a una seconda era delle energie rinnovabili.

via onlinelibrary.wiley.com

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"Un carburante solare termico è come una batteria, solo che, al posto dell'elettricità, viene immessa energia solare e ricavato calore", hanno spiegato gli scienziati che hanno preso parte allo studio.

Si tratta di un liquido formato da Norbornadiene, una molecola composta da carbonio, azoto e idrogeno; quando viene colpito dai raggi solari, questo composto fa qualcosa di molto inusuale. I legami tra gli atomi si riarrangiano in una conformazione a un più elevato livello energetico. L'energia dei raggi solari è dunque intrappolata nei forti legami della molecola, e rimane tale anche quando il liquido viene portato a temperatura ambiente. 

Quando l'energia immagazzinata deve essere utilizzata, il liquido viene fatto passare attraverso un catalizzatore, che suggerisce alla molecola di tornare nel suo stadio iniziale, quello a minore energia. 

L'energia che differenzia i due stati viene rilasciata sotto forma di calore – di 63°C circa –, che potrebbe essere utilizzato per l'impianto di riscaldamento di una casa, per fornire acqua calda, per alimentare la lavastoviglie, l'asciugacapelli o l'asciugatrice, ad esempio.

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Chalmers University of Technology

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Il liquido può far parte di un circuito, dato che è rinnovabile: basta farlo entrare di nuovo a contatto con i raggi de sole e poi, eventualmente, attraverso il catalizzatore: i ricercatori hanno già sperimentato il ciclo per 125 volte con ottimi risultati. 

I miglioramenti che possono essere apportati al liquido sono numerosi: ad esempio, si sta sperimentando un modo per portare a 110°C la temperatura del calore rilasciato da liquido. Se tutto procederà senza troppi ostacoli, dicono i ricercatori, la tecnologia sarà disponibile sul mercato entro 10 anni. 

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