Gli scienziati scoprono una nuova zona dell'oceano in cui vivono specie finora sconosciute

di Giulia Bertoni

01 Aprile 2018

Gli scienziati scoprono una nuova zona dell'oceano in cui vivono specie finora sconosciute
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Più i mezzi di esplorazione dei fondali oceanici si fanno innovativi, più gli esperti riescono a raggiungere profondità prima considerate inarrivabili e scoprire qualcosa in più di un mondo ancora molto avvolto dal mistero.
Al termine di uno studio durato sei anni negli abissi del Mare dei Caraibi, i ricercatori dello Smithsonian Institute forniscono al mondo il primo scorcio dettagliato di un ecosistema incredibilmente ricco e particolare che meriterebbe una definizione a sé stante.

via nature.com

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Patrick Colin | C. C. Baldwin & D. R. Robertson

Patrick Colin | C. C. Baldwin & D. R. Robertson

Benvenuti nella zona rarifotica, quella parte di abisso situata fra i 130 e i 309 metri di profondità dove la luce non riesce a giungere e la flora e la fauna rimangono perlopiù un mistero. È qui che gli esperti sono riusciti a censire un insieme di specie tassonomicamente distinte da quelle che abitano gli strati immediatamente superiori.

Le scoperte rese possibili da questo imponente dispiego di risorse e tempi hanno infatti individuato trenta specie e sei generi nuovi e hanno anche permesso di avanzare un'importante ipotesi: alcuni di questi animali discenderebbero da quelli della zona mesofotica superiore e potrebbero essere trapiantati altrove per tentare di ripopolare le barriere coralline in sofferenza.

Carole Baldwin, la scienziata alla guida dello studio, ha dichiarato: "I risultati delle nostre ricerche rivelano una zona prima sostanzialmente sconosciuta che accoglie pesci capaci di vivere sia nella barriera corallina che negli abissi oscuri, collegando due ecosistemi". Nonostante l'importanza della notizia, gli esperti spiegano che: "Per ora possiamo dire di aver appena scalfito la superficie di questo incredibile ambito del sapere nella biologia marina".

Sources:

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NOAA Ocean Exploration & Research/Flickr

NOAA Ocean Exploration & Research/Flickr

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