Ecco l'assurdo controllo a cui venivano sottoposti i minatori di diamanti TUTTI I GIORNI

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di Claudia Melucci

31 Dicembre 2016

Ecco l'assurdo controllo a cui venivano sottoposti i minatori di diamanti TUTTI I GIORNI
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La scienza è fatta di errori, smentite e progressi: purtroppo non è sempre possibile eliminare lo sbaglio, ed a rimetterci sono i ricercatori stessi, oppure le persone comuni che hanno usufruito di una nuova tecnologia o di un farmaco creduto innocuo. Nel corso della storia abbiamo innumerevoli esempi di quanto detto: la somministrazione della taliodomide alle donne in gravidanza responsabile di migliaia di feti deformi, oppure la brillante fisica polacca Marie Curie, morta a causa delle lunghe esposizioni ai materiali radioattivi che usava nei suoi esperimenti.

In questo articolo vi vogliamo far conoscere un'altra assurda pratica a cui venivano sottoposti i minatori di diamanti, quando ancora si ignoravano gli effetti dei raggi X sul corpo umano...

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Prima di abbandonare le miniere, gli operi dovevano sottoporsi ad un esame per verificare l'eventuale furto di diamanti.

Prima di abbandonare le miniere, gli operi dovevano sottoporsi ad un esame per verificare l'eventuale furto di diamanti.

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I furti di gemme preziose erano piuttosto frequenti nelle miniere: gli operai le nascondevano ovunque, perfino nei posti più impensabili. Da un documento storico emerge che la maggior parte dei minatori le introducevano nell'ano, altri nelle natiche, nei calzini, nei capelli e nella bocca. Alcuni minatori sono arrivati perfino a procurarsi incisioni sulle gambe ed a nascondere le pietre preziose nelle ferite.

Per ovviare ai furti, presto nelle miniere fu introdotto un medico radiologo il quale scansionava il corpo dei dipendenti con un fluoroscopio. Il dispositivo è analogo ad una macchina a raggi-X che permette di ottenere in tempo reale immagini in movimento dell'interno di un oggetto: consisteva in due parti, la fonte di raggi-X posta alle spalle del minatore e uno schermo portatile gestito dal medico. 

Le misure di sicurezza adottate nei confronti delle radiazioni erano minime, in quanto all'epoca (la foto risale al 1954) i danni causati dai raggi-x si ignoravano. Anche il medico era sottoposto ad una notevole quantità di raggi. 

La tecnica di acquisizione è praticamente analoga ad una radiografia e comporta lo stesso rischio di sviluppare tumori. È assurdo pensare che gli operai delle miniere venivano sottoposti quotidianamente a tale indagine: ancora più folle è sapere che se un dipendente era sospettato di furto, l'esame poteva richiedere anche fino a 75 minuti di esposizione alle radiazioni. 

Non è finita qui: una delle più grandi compagnie che si occupa del rinvenimento e della commercializzazione dei diamanti, ancora oggi usa sottoporre gli operai a scansioni a raggi X. Ovviamente la tecnica è diversa ed è l'azienda stessa a rassicurare sulla sicurezza dell'esame: a tal proposito ha affidato ad un consulente esterno la stesura di una relazione sul dispositivo Scannex. Dal documento si legge che le radiazioni a cui si viene sottoposti si attestano ad una quantità di 0.006 millisievert, ben lontana dai 20 millisievert tollerati per i lavoratori impiegati in ambienti radioattivi. Tuttavia la pratica rimane ancora la più criticata in assoluto. 

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