Alcune potenti foto della mafia siciliana... che non possono che farci riflettere

di Silvia Ricciardi

21 Dicembre 2016

Alcune potenti foto della mafia siciliana... che non possono che farci riflettere
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Testimone della storia, della Storia della sua terra, la Sicilia, attraverso le sue toccanti fotografie: lei è Letizia Battaglia. Non solo prima donna ad entrare nella redazione di un giornale, il quotidiano L’Ora, ma fu anche la prima donna e fotografa europea a ricevere il prestigioso The W. Eugene Smith Award, a New York nel 1985.

E allora oggi vogliamo mostrarvi parte del lavoro di Letizia, incentrato sia sulla disperazione di alcune famiglie povere siciliane, sia sulla cosiddetta "guerra di mafia" che negli anni diventava sempre più violenta fino a quell'indimenticabile anno, il 1992, con la morte di Falcone e Borsellino...

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Una donna siciliana, colpita dal marito, piange lacrime di disperazione (1983).

Una donna siciliana, colpita dal marito, piange lacrime di disperazione (1983).
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Festa del giorno dei morti. I bambini giocano con le armi. Palermo, 1986.

Festa del giorno dei morti. I bambini giocano con le armi. Palermo, 1986.

Un bambino "gioca armato" a Palermo (1982).

Un bambino "gioca armato" a Palermo (1982).

Una prostituta e due sue amiche, uccise dalla mafia (1983).

Una prostituta e due sue amiche, uccise dalla mafia (1983).

Una donna assiste al funerale del deputato Pie La Torre, ucciso dalla mafia (1982).

Una donna assiste al funerale del deputato Pie La Torre, ucciso dalla mafia (1982).
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Quartiere Borgo Vecchio, la polizia ha appena ucciso un giovane che stava fuggendo. Palermo, 1986

Quartiere Borgo Vecchio, la polizia ha appena ucciso un giovane che stava fuggendo. Palermo, 1986

La donna ed i suoi bambini stanno sempre a letto. In casa non ci sono nè luce nè acqua, Palermo, 1978.

La donna ed i suoi bambini stanno sempre a letto. In casa non ci sono nè luce nè acqua, Palermo, 1978.

Dietro le foto in bianco e nero di Letizia Battaglia traspare la contraddizione del rapporto che la fotografa ha con la sua città: "Con Palermo c’è sempre stato un rapporto di rabbia e di dolcissima disperazione. La sento malata e mi fa arrabbiare. Io vorrei andarmene ma non ci riesco, la amo morbosamente e ho ancora molte cose da fare nella mia città".

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