Scienziati analizzano pezzi di vetro trovati in un cratere australiano: l'origine non è quella che si aspettavano

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di Francesca Argentati

10 Aprile 2024

Scienziati analizzano pezzi di vetro trovati in un cratere australiano: l'origine non è quella che si aspettavano
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Dei "pezzi di vetro" trovati in Australia provengono in realtà dallo spazio, ha scoperto un nuovo interessante studio. Scopriamo di più sull'origine delle rocce analizzate.

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Pezzi di vetro nel campo del cratere Henbury, Australia

Immagine satellitare del campo di crateri Henbury

Science Direct

La Terra e i pianeti del nostro sistema solare si sono formati nel corso degli eoni, ovvero miliardi di anni, e gli scienziati planetari continuano a cercare indizi circa la loro formazione ed evoluzione. Uno dei modi migliori per farlo è studiare le rocce che provengono dallo spazio, ma che non sono certo facilmente reperibili: occorre inviare veicoli spaziali in missione per prelevarle, con costi decisamente elevati, oppure trovare e analizzare pezzi di meteoriti precipitati sul suolo del nostro pianeta. Naturalmente, riuscire a rintracciarli non è semplice, dal momento che sono piuttosto rari e che l'impatto dopo un viaggio nella nostra atmosfera ne compromette inevitabilmente le condizioni.

Tuttavia, il team di scienziati composto da Aaron Cavosie, Phil Bland, Noreen Evans, Kai Rankenburg, Malcolm Roberts e Luigi Folco hanno analizzato dei pezzi di vetro rinvenuti in un sito di impatto di meteoriti con almeno tredici crateri di circa cinquemila anni nel Territorio del Nord, in Australia, chiamato campo del cratere Henbury.

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Vetro in un cratere australiano, proviene da un altro mondo

Un pezzo di vetro del campo Henbury.

Science Direct

Il vetro viene prodotto dall'uomo, ma in realtà esiste anche in natura sottoforma di ossidiana, generata dai vulcani e nota si da tempi remoti. Anche i fulmini e gli impatti degli asteroidi possono produrre vetro naturale, sebbene in quantità decisamente inferiori. Solo un'attenta analisi può rivelare la vera origine del vetro: i frammenti scoperti nel campo del cratere Henbury, chiamato anche Tatyeye Kepmwere e che ha 145 metri di diametro, appartengono alla tipologia "ferri IIIAB": di fatto, sono pezzi di metallo composti da ferro, cobalto e nichel dal peso di 11 kg e provenienti dal nucleo di un mondo che andò distrutto.

4.700 anni fa, una meteora di varie tonnellate precipitò sul sito a oltre 64.000 km orari. Al momento dell'impatto, il calore generato sciolse sia il meteorite che la roccia del terreno. Una parte di questo materiale fuso e disciolto formò delle goccioline "spruzzate" dai crateri, che una volta raffreddate diedero vita a piccoli detriti molto simili al vetro di origine vulcanica.

Il 10% dei pezzi di vetro del cratere australiano è composto da meteorite fusa

Campione di vetro in una provetta da laboratorio

Science Direct

I campioni esaminati in laboratorio, dunque, contengono sia elementi derivanti dall'arenaria del posto, sia elevati livelli di ferro, cobalto e nichel, in quantità nettamente superiori rispetto alle rocce presenti nei crateri. Questo significa che il 10% dei pezzi di vetro è composto da meteorite fusa. Sebbene questa percentuale possa sembrare bassa, è in realtà incredibile: le rocce fuse dell'asteroide che si ritiene responsabile dell'estinzione dei dinosauri, possiedono una quantità di meteoriti inferiori allo 0,1%.

Nel vetro di Henbury, inoltre, sono emersi anche alti livelli di iridio, cromo e altri elementi appartenenti alla categoria del platino, che risultano rarissimi nella maggioranza delle rocce della Terra: un'ulteriore riprova della loro provenienza dal cosmo. Vetro simile a questo è stato rinvenuto nel cratere Kamil in Egitto e in quello Wabar in Arabia Saudita, entrambi più piccoli e recenti. In Australia, sono ben 32 i siti che presentano impatti di meteoriti, su un totale di circa 200 a livello globale. In definitiva, i residui di meteorite scoperti nel vetro sono la prova determinante che un cratere è stato generato dall'impatto di un asteroide in quel punto della Terra.

La NASA potrebbe investire undici miliardi di dollari per portare sulla Terra i campioni di roccia marziana prelevati dal rover Perseverance: la scoperta dell'origine del cosmo, sia dal nostro pianeta che dallo spazio, continua.

Source:

https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0016703724000863?via%3Dihub

Image credit: Jon Taylo/Wikimedia commons - CC BY-SA 2.0 DEED

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