Ancora oggi non si conosce l'origine delle macchie marroni su una statua greca del Partenone

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di Francesca Argentati

29 Gennaio 2024

Ancora oggi non si conosce l'origine delle macchie marroni su una statua greca del Partenone
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I misteri della storia non si limitano alla ricostruzione di eventi e circostanze, ma anche all'aspetto dei reperti superstiti, come l'antica statua greca che riporta delle dubbie macchie marroni. Di cosa si tratta?

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La testa del centauro greco ha misteriose macchie marroni

La testa del centauro greco ha misteriose macchie marroni

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Una statua proveniente dal tempio antico del Partenone presenta delle macchie marroni che gli archeologi, da oltre due secoli, non riescono a identificare. Il reperto faceva parte del tempio situato nell'acropoli di Atene, in Grecia, eretto in onore della dea Atena nel V secolo a.C. La sua costruzione ebbe inizio nel 447 a.C. e le sculture al suo interno sono considerate tra i più eccellenti e prestigiosi esempi dell'antica arte greca. Tuttavia, a incuriosire gli archeologi sono proprio le misteriose macchie, di cui numerose analisi scientifiche non sono riuscite a comprendere le cause negli ultimi duecento anni.

Questo sottile strato di pellicola è stato osservato per la prima volta nel 1830, presso il British Museum, Londra. All'epoca, gli esperti cercarono di scoprire se le misteriose cromature fossero dovute ad antiche pitture, ma l'ipotesi più accreditata fu una reazione chimica tra l'aria e il marmo della scultura, o anche che all'interno del materiale si trovassero particelle di ferro emerse in superficie ed entrate in contatto con l'aria, conferendo alla statua queste sfumature marroni. Tuttavia, si è trattato di conclusioni incerte e non confermate.

Ora, una nuova ricerca si è cimentata in questa impresa, ma il dubbio resta: nemmeno le più recenti indagini sono riuscite a "risolvere il caso". La testa della statua esaminata si trova al Museo Nazionale di Copenaghen, Danimarca, e faceva parte di una scultura raffigurante un centauro, all'interno di una scena di guerra dei Lapiti contro, appunto, i centauri, figure mitologiche metà uomini e metà cavalli.

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La nuova analisi delle macchie marroni sulla statua greca

La nuova analisi delle macchie marroni sulla statua greca

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Kaare Lund Rasmussen, esperto in analisi chimiche di reperti storici e archeologici e professore presso il Dipartimento di fisica, chimica e farmacia dell'Università della Danimarca meridionale, ha dichiarato: "Ci sono stati molti tentativi per spiegare la peculiare pellicola marrone. Nel 1851, il chimico tedesco Justus von Liebig, eseguì la prima vera indagine scientifica e stabilì che la pellicola marrone conteneva ossalati. Ciò è stato confermato da successivi analisi, ma l'origine degli ossalati è rimasta un mistero". Rasmussen è tornato sulla questione insieme ai colleghi della medesima università Frank Kjeldsen e Vladimir Gorshkov, l'ex direttore della Collezione di Antichità del Museo Nazionale, Bodil Bundgaard Rasmussen, Ilaria Bonaduce dell'Università di Pisa in Italia e Thomas Delbey dell'Università di Cranfield, Inghilterra.

Il team ha condotto una nuova analisi della scultura, con lo scopo di verificare se la pellicola marrone potesse essere dovuta alla formazione di organismi biologici, come batteri, licheni, funghi o alghe. "Questa teoria era stata suggerita in precedenza, ma non era stato identificato alcun organismo specifico. Lo stesso vale per la teoria secondo cui potrebbero essere resti di vernice applicata, forse per proteggere o tonificare la superficie del marmo" ha spiegato Kaare Lund Rasmussen. Per condurre la ricerca, gli autori hanno ottenuto il consenso di prelevare cinque campioni di materiale dal retro della statua, che hanno poi sottoposto a diverse indagini di laboratorio.

I risultati della nuova indagine sulle macchie marroni della scultura

I risultati della nuova indagine sulle macchie marroni della scultura

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Tuttavia, non sono state rinvenute tracce di materiale biologico nelle macchie marroni, ma le impronte digitali degli stessi ricercatori e, forse, residui dell'uovo di un volatile che si spaccò sulla statua in tempi remoti. "Ciò non prova che non sia mai esistita una sostanza biologica, ma ne riduce significativamente la probabilità" ha detto Kaare Lund Rasmussen. Questa nuova indagine rende inoltre meno probabile che il marmo sia stato dipinto e che, dunque, gli strati marroni siano dovuti a residui di pittura, di cui i ricercatori non hanno trovato traccia. All'epoca, infatti, per le pitture venivano utilizzati ossa, uova e latte e nessuno di questi elementi è stato rinvenuto sul marmo.

In ogni caso, la pellicola è composta da due strati divisi ed entrambi dello spessore di cinquanta micrometri circa, ma il fatto che siano separati esclude anche la possibilità che le macchie siano dovute alle particelle di ferro emerse in superficie e alla reazione a contatto con l'aria. I due strati hanno composizioni chimiche differenti e, dunque, "ciò potrebbe far pensare che qualcuno abbia applicato una vernice o un trattamento conservativo, ma poiché non abbiamo trovato tracce di tali sostanze, il colore marrone rimane un mistero." 

I ricercatori ritengono da accantonare anche l'ipotesi dell'inquinamento atmosferico, dal momento che la scultura è stata conservata in luoghi chiusi in tempi precedenti all'avvento dell'industrializzazione. La presenza delle macchie marroni sulla testa del centauro, dunque, sembra destinata a restare un mistero.

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