La storia delle streghe e delle scope: ecco perché non sono mai raffigurate senza

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di Francesca Argentati

23 Gennaio 2024

La storia delle streghe e delle scope: ecco perché non sono mai raffigurate senza
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Se pensi a una strega che immagine ti viene in mente? Con ogni probabilità, un'anziana arcigna con cappello a punta a bordo di una scopa. Ma perché questa antica figura è rappresentata proprio così?

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La prime raffigurazioni delle streghe a bordo delle scope

La prime raffigurazioni delle streghe a bordo delle scope

Freepik

Nell'immaginario collettivo, la strega ha un aspetto preciso: il naso adunco, vestita di nero, indossa un lungo cappello a punta e cavalca una scopa. Chi decide di scegliere questa maschera per Halloween non può rinunciare a questi elementi, che nella tradizione popolare sono fortemente collegati a questa figura. Ma perché uno degli "accessori" irrinunciabili per le streghe è proprio la scopa? Cosa c'entra questo oggetto casalingo con pozioni magiche, filtri e rituali? Di certo, sia le streghe che le scope hanno avuto origine moltissimo tempo fa: sebbene non usassero strumenti identici a quelli moderni, le persone usavano spazzare le proprie case anche in tempi remoti, optando per lunghi bastoni sottili e fibre naturali.

Il termine stesso, "scopa", deriva dall'arbusto che veniva sfruttato per realizzare questi primordiali strumenti e fu sin dal principio associato al ruolo casalingo riconosciuto alle donne. Tuttavia, non fu il genere femminile a inaugurare la storia del volo a bordo di una scopa: il primo, infatti, fu Guillaume Edelin, un prete francese processato nel 1453 per stregoneria che confessò di aver cavalcato proprio una scopa. Tuttavia, la sua rivelazione non fu una sorpresa: le prime illustrazioni che raffiguravano streghe intente a volare su un manico di scopa risalgono a due anni prima, ovvero al 1451, nel manoscritto del poeta Martin Le Franc Le Champion des Dames.

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Streghe sulla scopa, dalla fertilità alla trance

Streghe sulla scopa, dalla fertilità alla trance

Pexels

Tuttavia, perché le streghe dovrebbero cavalcare delle scope? Cosa simboleggia questa azione? Secondo l'antropologo Robin Skelton, potrebbe risalire a un rituale di origine pagana per favorire la fertilità, quando i contadini danzavano su forconi e aste sotto la luna piena per agevolare i propri raccolti. Questa usanza, poi, venne trasposta alle streghe e alle leggende comuni secondo cui, di notte, si spostavano a bordo di questi mezzi per recarsi ai sabba. Nel vedere le donne eseguire questa pratica per ottenere la fertilità, gli uomini le scambiarono per evocazioni demoniache e iniziarono a perseguitarle.

Non solo: secondo alcuni, il manico della scopa rappresentava lo strumento perfetto su cui cospargere pozioni che le rendeva in grado di "volare", entrando in una sorta di trance. Nel Medioevo, era credenza comune che le streghe realizzassero unguenti usando piante contenenti sostanze allucinogene, tra cui giusquiamo, mandragora, belladonna e stramonio, ma che preferissero assorbirle tramite il contatto della pelle sulla scopa piuttosto che ingerendole, scongiurando così i potenziali problemi gastrointestinali.
Naturalmente, in quel periodo la caccia alle streghe era dilagante e non è possibile affermare con certezza se tali teorie siano frutto di realtà o pregiudizio. In ogni caso, l'immagine delle streghe a bordo delle scope continuò a radicarsi, diventando sempre più diffusa dal XVII secolo in poi, di pari passo con l'associazione della donna all'uso domestico di questo strumento. Nonostante dal XVIII secolo il fervore contro le streghe andò scemando, tutt'oggi questa rappresentazione universale sopravvive nel tempo.

La scopa delle streghe, ruolo nelle arti magiche

La scopa delle streghe, ruolo nelle arti magiche

Pexels

Al di là delle motivazioni reali o presunte sul motivo per cui le streghe usassero le scope per ricavarne gli effetti delle sostanze psicoattive naturali, in che modo venivano utilizzate nell'arte della magia? Di certo, entrarono a far parte dei loro rituali, ad esempio per creare cerchi magici di protezione, al cui centro veniva eseguito il rito, realizzando di fatto uno spazio divisorio con l'esterno. L'arte di "volare" al bordo di una scopa simboleggiava la capacità di trascendere la coscienza per connettersi a una dimensione spirituale e, al contempo, era uno strumento che indicava la forza femminile nell'arte magica.

Inoltre, dal momento che le scope, per loro stessa natura, nascono allo scopo di rimuovere lo sporco, per le streghe avevano l'utilità simbolica di purificare l'ambiente dalle energie negative prima di iniziare un rituale. Usate come una sorta di bacchetta magica, erano agitate nell'aria sia per allontanare queste energie che per stabilire un contatto con gli elementi della natura, di cui le stesse scope erano composte. In alcuni casi, potevano rappresentare un vero e proprio "scettro del potere": la scopa era considerata un simbolo di autorità e chi la possedeva poteva stabilire lo svolgimento di una pratica magica, dando indicazioni al resto delle presenti.

Insomma, le scope sono intrinsecamente connesse alle figure delle streghe che, sebbene non vengano più perseguitate da secoli, non si separeranno più da questo viscerale e imprescindibile elemento distintivo, perlomeno nell'immaginario collettivo.

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