L’insonnia può avere effetti antidepressivi? Secondo un nuovo studio è così

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di Gianmarco Bonomo

29 Dicembre 2023

L’insonnia può avere effetti antidepressivi? Secondo un nuovo studio è così
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Il sonno è un componente essenziale della nostra vita quotidiana, tanto che passiamo circa un terzo del nostro tempo a dormire. Ma cosa accade al nostro cervello quando passiamo una notte insonni? Secondo un recente studio della Northwestern University, negli Stati Uniti, una notte di insonnia può allontanare la depressione per diversi giorni. Vediamo perché, e come si è arrivati a questo risultato per certi versi paradossale.

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Privazione acuta del sonno: gli effetti sulla depressione

Privazione acuta del sonno: gli effetti sulla depressione

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La ricerca ha coinvolto dei topi da laboratorio, ai quali è stata indotta una privazione acuta del sonno. A questa fase, è seguita un’analisi del loro comportamento e dell’attività cerebrale, con risultati inaspettati. Durante la privazione acuta del sonno, sono aumentati i livelli di dopamina e la plasticità sinaptica: in pratica, lo stato di insonnia ha riconfigurato il cervello in modo da mantenere un umore più euforico nei giorni successivi. In un certo senso, la privazione del sonno ha agito come una sorta di antidepressivo “naturale”.

Secondo la dott.ssa Yevgenia Kozorovitskiy, principale autrice dello studio, una prima risposta sta nella differenza fra privazione cronica del sonno e privazione acuta. Se gli effetti dannosi della prima sono ampiamente noti, la seconda è diversa: per esempio, è quella sperimentata da uno studente che passa la notte a studiare prima di un esame. Continua Kozorovitskiy:

Abbiamo scoperto che la privazione acuta del sonno ha un potente effetto antidepressivo e riconfigura il cervello. Questo ci ricorda quanto le nostre azioni quotidiane, come una notte insonne, possano avere un impatto radicale sul cervello in poche ore.

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Neuroni e dopamina: come l’insonnia acuta riconfigura il cervello

Neuroni e dopamina: come l’insonnia acuta riconfigura il cervello

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Durante la fase di privazione acuta del sonno, i topi hanno mostrato un comportamento più aggressivo, manifestando anche iperattività e ipersessualità. I ricercatori hanno anche scoperto che l'attività dei neuroni della dopamina era significativamente più elevata durante la fase di privazione acuta del sonno. Dalle analisi condotte durante l’esperimento, il team della dottoressa Kozorovitskiy ha anche rilevato quali sono le regioni del cervello coinvolte: cortex prefrontale, nucleo accumbens e ipotalamo. Di queste, soltanto la prima è stata coinvolta direttamente negli effetti antidepressivi della privazione acuta del sonno.

L’effetto sulla depressione di questa insonnia, hanno scoperto i ricercatori, dura diversi giorni prima di attenuarsi, aspetto che suggerisce un potenziamento della plasticità sinaptica nel cortex prefrontale. In pratica, i neuroni sviluppano piccole protrusioni chiamate spine dendritiche che rispondono in modo più plastico all’attività del cervello. E sebbene l’effetto antidepressivo dovuto alla privazione acuta del sonno possa anche sembrare un utile adattamento in chiave evolutiva, va da sé che si tratta di un effetto temporaneo e non di una soluzione permanente. L’utilità della ricerca condotta dalla Northwestern University potrà servire a scegliere in modo più efficace gli antidepressivi giusti per una determinata persona. Non per migliorare l’umore attraverso la privazione del sonno.

Privazione cronica del sonno: gli effetti sulla depressione

Privazione cronica del sonno: gli effetti sulla depressione

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Gli effetti della privazione acuta del sonno sulla depressione possono quindi aiutarci a comprendere meglio i meccanismi cerebrali, e trovare cure più efficaci. Di certo, non servono a cercare miglioramenti umorali nell’insonnia, anche perché la privazione cronica del sonno ha effetti devastanti sulla depressione.

Secondo uno studio pubblicato su Translational Psychiatry, infatti, la mancanza cronica di sonno potrebbe essere addirittura un precursore della depressione. Insomma: dormire meno di 5 ore a notte potrebbe anticipare o aumentare il rischio di sviluppare sintomi depressivi nei successivi 4-12 anni. Ma non è tutto qui, perché lo studio ha rilevato come anche chi dorme più di 9 ore a notte abbia una maggiore probabilità di sviluppare sintomi depressivi. Se nel primo caso c’è una effettiva correlazione significativa fra i due eventi, nel secondo il collegamento va ancora indagato in profondità.

Nel dubbio, però, è sempre meglio cercare di dormire in modo equilibrato: le giuste ore di sonno possono fare del bene al nostro organismo, più di quando pensiamo. Insomma, anche se la privazione acuta del sonno può avere effetti antidepressivi, il modo migliore per stare in salute è dormire il giusto: non di più, non di meno.

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