Quando disobbedire agli ordini ha fermato una guerra nucleare: la storia di Stanislav Petrov

Gianmarco Bonomo image
di Gianmarco Bonomo

05 Ottobre 2023

Quando disobbedire agli ordini ha fermato una guerra nucleare: la storia di Stanislav Petrov
Advertisement

La data è il 26 settembre 1983, è notte, e il mondo sta per finire. La decisione che può iniziare una guerra nucleare e far avverare la MAD, Mutual Assured Destruction, è nelle mani del tenente colonnello Stanislav Petrov dell’esercito sovietico. Quella notte, Petrov diventa un vero eroe, ma la sua storia viene tenuta nascosta per anni, insieme alle storie di altri ufficiali che hanno salvato il mondo. Letteralmente.

 

Advertisement

Il mondo sull’orlo della guerra nucleare: la storia di Stanislav Petrov

Il mondo sull’orlo della guerra nucleare: la storia di Stanislav Petrov

Mikel Agirregabiria/Flickr

Il contesto dei primi anni 80 vede un forte aumento della tensione fra Stati Uniti e Unione Sovietica. Il presidente Reagan ha posizioni molto più dure nei confronti dei sovietici e ha da poco annunciato il progetto “Star Wars”, un sistema per l’abbattimento dei missili balistici lanciati contro gli USA. Allo stesso tempo, l’URSS ha abbattuto un volo di linea sudcoreano che aveva sconfinato per errore nello spazio aereo sovietivo. Una tensione in costante crescita, appunto.

La notte del 26 settembre 1983, Stanislav Petrov deve monitorare i dati inviati dai satelliti che sorvegliano i movimenti degli armamenti americani. All’improvviso, gli schermi mostrano qualcosa di incredibile: cinque missili intercontinentali sono appena stati lanciati da una base del Montana. Direzione: Unione Sovietica.

Il protocollo richiede l’immediata comunicazione ai superiori e l’attuazione di contromisure nucleari: in pratica, la catastrofe globale che la Guerra Fredda aveva evitato per decenni.

Eppure, Petrov non è del tutto convinto. Perché gli americani hanno lanciato soltanto cinque missili intercontinentali? Non ha alcun senso, pensa. Allora, il tenente colonnello sovietico decide di non fare nulla, disobbedendo agli ordini. Secondo lui, i cinque missili sono soltanto un errore del satellite che ha male interpretato il sole sulle nuvole. Si scopre che ha ragione. Il mondo è salvo. 

 

Advertisement

Non solo Petrov: il caso di Arkhipov durante la crisi dei missili di Cuba

Non solo Petrov: il caso di Arkhipov durante la crisi dei missili di Cuba

Z thomas/Wikimedia Commons

Nonostante il suo coraggio, Petrov non è mai stato riconosciuto come eroe in patria. Le autorità sovietiche lo hanno obbligato a ritirarsi in anticipo, e l’ex militare ne ha sofferto molto. La sua storia è emersa soltanto anni dopo gli eventi, portando al Premio per la Pace di Dresda e all’istituzione della Giornata Internazionale per l'eliminazione totale di tutte le armi nucleari, che si celebra il 26 settembre.

Ma Petrov non è stato l’unico individuo a svolgere un ruolo cruciale nell’evitare una guerra nucleare. Un caso per certi versi simile avviene nel 1962, quando un sottomarino nucleare sovietico che si trovava vicino Cuba viene attaccato da una nave statunitense per rispettare il blocco dell’isola. Alle bombe di profondità, due ufficiali vogliono rispondere con un siluro nucleare, ma il terzo oppone il suo veto. In questo modo, Vasili Arkhipov evita una guerra nucleare che avrebbe distrutto il mondo.

Il futuro delle armi nucleari, fra riarmo e vecchi timori

Il futuro delle armi nucleari, fra riarmo e vecchi timori

Queery-54/Wikimedia Commons

La minaccia delle armi nucleari rimane una preoccupazione globale, anche a distanza di anni dalle storie di Arkhipov e del tenente colonnello Stanislav Petrov. Mentre alcune tensioni ancora persistono, i trattati sul controllo degli armamenti si sgretolano e gli arsenali nucleari vengono rinnovati.

Di fronte a una possibile nuova corsa agli armamenti, sembra sempre più probabile che il destino di miliardi di persone possa dipendere da decisioni individuali. Nella speranza che, se anche fosse questo il caso, la storia di Stanislav Petrov e di come ha salvato il mondo non venga dimenticata.

Advertisement