L'incredibile vittoria degli indigeni Waorani contro le compagnie petrolifere: la Foresta Amazzonica non si tocca

di REDAZIONE

08 Maggio 2019

L'incredibile vittoria degli indigeni Waorani contro le compagnie petrolifere: la Foresta Amazzonica non si tocca
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È il vero e proprio "polmone verde" del nostro pianeta, con una natura incredibilmente affascinante e ricca di biodiversità. Stiamo parlando dell'Amazzonia, la foresta pluviale tropicale più grande del mondo.

Cinque milioni e mezzo di chilometri quadrati che rivestono un'importanza fondamentale per gli equilibri naturali, ma che sono costantemente minacciati dalla deforestazione, dall'inquinamento e, più in generale, dalle attività umane.

Nella parte di Foresta Amazzonica che fa capo all'Ecuador, però, esiste una tribù di nativi che, con le sue lotte contro i petrolieri, ha recentemente scritto un pezzo di storia.

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Daniel Cima/Wikimedia

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Sono i Waorani, circa 5000 indios che vivono nella zona del Curaray, tra le Province del Napo, Orellana e del Pastaza. Proprio qui hanno le loro terre ancestrali, minacciate pesantemente dalle trivellazioni petrolifere.

A febbraio 2018, dal governo centrale ecuadoregno era arrivata la decisione di accordare ben sedici concessioni di perforazione del terreno, che avrebbero cambiato per sempre il destino di oltre 200 mila ettari di foresta vergine.

Una superficie vastissima, proprio dove sono le terre dei nativi Waorani, i quali fin da subito hanno fatto sentire le loro voci contro i progetti di sfruttamento petrolifero. Le proteste, guidate dall'attivista Nemonte Nenquimo, hanno dato i loro frutti, visto che, nel giro di pochi mesi, le concessioni sono state ridotte da sedici a due.

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beto0albo/Pixabay

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Ma i Waorani non si sono fermati. Insieme ad altre tribù confinanti, hanno continuato a protestare, parlando di "diritti umani violati" e chiedendo al governo la possibilità di essere interpellati per le decisioni riguardanti le loro terre ancestrali. 

Ribadendo la loro totale contrarietà alle trivellazioni petrolifere, poi, sono riusciti a far compiere una storica e fondamentale marcia indietro alle istituzioni su questo argomento.

La Corte ha dato ragione agli indigeni: le loro terre non potranno essere sfruttate per guadagni derivanti dal petrolio e dalle multinazionali che lo gestiscono. Una sentenza che si è basata sulla Costituzione dell'Ecuador e su quanto stabilito dall'Onu.

Ondřej Žváček/Wikimedia

Ondřej Žváček/Wikimedia

Il diritto dei Waorani a mantenere il possesso e la preservazione dei luoghi dove hanno sempre vissuto è stato così definito "inalienabile, irrevocabile e indivisibile".

Certo, la sentenza deve ancora essere confermata in appello, ma è indubbio che la tenacia delle proteste degli Indios ha di fatto segnato la storia, e non si placherà facilmente.

Non sono servite a nulla, quindi, le promesse e le presunte regalie che le grandi compagnie hanno portato avanti negli anni verso i nativi. La loro consapevolezza che l'ambiente in cui viviamo è l'unico di cui disponiamo e, per questo, va difeso a tutti i costi, ha avuto la meglio.

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