La Grande muraglia verde africana : 8 mila chilometri di alberi per arginare il deserto

di Giuseppe Varriale

22 Aprile 2019

La Grande muraglia verde africana : 8 mila chilometri di alberi per arginare il deserto
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Quando parliamo di riscaldamento globale, ci soffermiamo a considerare solo i danni che potrebbero interessare i paesi più sviluppati, senza considerare che esistono zone del pianeta che guardano queste problematiche ancora più da vicino: negli ultimi anni, i paesi africani stanno soffrendo a causa di una sempre maggiore desertificazione che distrugge le loro risorse ambientali. Fortunatamente, un nuovo progetto sta tentando di salvare questi paesi: la chiamano "la grande muraglia verde".

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"The Great Green Wall" ("la grande muraglia verde") è il progetto con cui si sta tentando di mettere in salvo la regione africana del Sahel (dall'arabo sahil: "bordo del deserto"), una fascia di territorio dell'Africa sub-sahariana che si estende tra il deserto del Sahara a nord e la savana del Sudan a sud, e tra l'oceano Atlantico a ovest e il Mar Rosso a est. È questa è la regione più colpita dal riscaldamento globale.

Il progetto era già un'idea nel 1952, quando Richard St. Barbe Baker, un attivista ecologista inglese, propose di piantare un considerevole numero di alberi nella regione sub-sahariana per contenere la desertificazione dell'Africa. L'idea è stata riconsiderata nel 2002 al vertice di N'Djamena (Ciad), in occasione della "Giornata mondiale contro la desertificazione e la siccità" e nel 2005 è stata presentata e approvata dalla "Conferenza dei capi di Stato e di governo della Comunità del Sahel e del Sahara" tenutasi a Ouagadougou (Burkina Faso).

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Il programma prevede lo sviluppo di una immensa area verde (si parla di circa 15 km di larghezza per 8.000 km di lunghezza) attraverso la piantagione di milioni di acacie, alberi resistenti alla siccità poiché le loro radici accumulano acqua.

"The green wall" ha trovato l'approvazione, il sostegno e il contributo del gruppo degli Stati dell'Africa, dei Caraibi e del Pacifico (ACP), dell'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura (FAO) e dell'Unione Europea. Si tratta di un progetto di un'importanza enorme, non solo perché rappresenta una lotta concreta ai cambiamenti climatici ma anche perché dimostra che l'umanità può ancora essere unita e combattere per una causa comune.

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