I pesci d'acqua salata potrebbero estinguersi già nel 2048: lo afferma un gruppo di esperti

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di Marco Renzi

07 Gennaio 2019

I pesci d'acqua salata potrebbero estinguersi già nel 2048: lo afferma un gruppo di esperti

Nell'ambito di uno studio condotto da Boris Worm, professore presso la Dalhousie University di Halifax, in Nuova Scozia, e coadiuvato da colleghi ecologisti ed economisti in centri di ricerca inglesi, svedesi, inglesi e di Panama, si è cercato di capire a cosa potrebbe condurre la disastrosa e apparentemente inarrestabile perdita di biodiversità negli oceani.

Il risultato delle loro ricerche è stato così terrificante e lampante da lasciare anche loro tragicamente stupiti: secondo i loro calcoli, con il tasso odierno di distruzione, nel 2048 la fauna marina sarà praticamente scomparsa.

La distruzione degli habitat naturali, la pesca insostenibile, l'inquinamento e l'innalzamento delle temperature degli oceani, sono tra i principali responsabili di questa previsione scoraggiante.

photolib.noaa.gov

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I ricercatori hanno analizzato i dati provenienti da 32 diversi esperimenti che si focalizzavano sugli ecosistemi marini. Inoltre hanno passato in rassegna la storia degli ultimi 1.000 anni di 12 regioni costiere in tutto il mondo, tra cui le coste della California, il mar Adriatico, il Baltico e il Mar del Nord. Poi hanno analizzato i dati dell'attività di pesca in 64 grandi ecosistemi marini, e infine hanno studiato il tasso di ripresa di 48 aree marine protette nel mondo.

Dai loro studi emerge che la biodiversità è fondamentale per la vita negli oceani. In altre parole, ogni specie è importante per far sopravvivere le altre, anche se sembrano apparentemente non collegate tra loro.

coastguard

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Analizzando lo storico i ricercatori sono rimasti colpiti dalla velocità del processo. Alcune specie si erano ridotte anche del 90% in pochi anni, mettendo a rischio tutte quelle che si trovano al di sopra nella catena alimentare.

Il collasso totale della fauna oceanica avrà un impatto enorme sulla nostra vita, non solo perché non avremo più pesce per milioni di persone il cui sostentamento si basa su questo alimento, ma anche perché gli organismi acquatici filtrano le tossine e, grazie al fitoplancton, contribuiscono in maniera massiccia ad intrappolare l'anidride carbonica dell'aria.

Al momento circa l'1% degli oceani è effettivamente protetto: il resto è in balia dello sfruttamento più sregolato, e nessuno sembra curarsene; la fauna dei mari si sta drammaticamente riducendo, e presto esaurirà la sua capacità di recupero. Non è qualcosa che si prevede accadrà in un futuro imprecisato, è qualcosa che sta già accadendo ora, sotto i nostri occhi.

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