La peste nera decimò i neolitici: gli scienziati hanno scoperto il batterio in una tomba di 5000 anni fa

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di Claudia Melucci

13 Dicembre 2018

La peste nera decimò i neolitici: gli scienziati hanno scoperto il batterio in una tomba di 5000 anni fa
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La peste nera potrebbe essere molto più antica di quello che gli studiosi hanno sempre creduto; l'epidemia che ha decimato più volte la popolazione europea nel corso dei secoli sembra infatti risalire addirittura all'età del neolitico. Lo hanno scoperto i ricercatori dell'Università di Copenhagen, che hanno riscontrato un antico ceppo del batterio che causa la peste nei resti di una donna vissuta 5.000 anni fa.

via Science News

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KARL-GÖRAN SJÖGREN/UNIV. OF GOTHENBURG

KARL-GÖRAN SJÖGREN/UNIV. OF GOTHENBURG

La donna si trovava in una tomba risalente al neolitico, situata a Gökhem, in Svezia. La scoperta potrebbe costringere a rivedere ciò che si sapeva sulla peste, ovvero la data della sua prima comparsa e anche il luogo d'origine. 

Il batterio di Yersinia Pestis, responsabile della peste nera, è stato ritrovato nei denti della donna: quando un essere umano viene colpito dalla peste, sviluppa alti livelli di batteri nel sangue che lasciano un'impronta genetica anche nella polpa dentale. Ecco perché a distanza di oltre 5 millenni i ricercatori hanno potuto condurre delle analisi sui resti. 

Fino a quest'ultima scoperta, gli scienziati credevano che la peste avesse origine asiatica; il fatto che il primo caso di contagio mai individuato fin'ora si trovi in Svezia, porta a dover riconsiderare questa certezza.

Non solo, ma si potrebbe arrivare anche a spiegare il calo demografico avvenuto nel periodo neolitico: supponendo un carattere epidemico della peste, fatto che ad oggi rimane solo un'ipotesi, i grandi insediamenti umani tipici di questa era storica potrebbero aver giocato un ruolo molto favorevole nella diffusione del batterio. 

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