Il glifosato è presente anche nei prodotti che non hanno - apparentemente - nulla a che vedere con il pesticida

di Laura Gagliardi

28 Luglio 2018

Il glifosato è presente anche nei prodotti che non hanno - apparentemente - nulla a che vedere con il pesticida
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Stare bene in salute significa fare attenzione non solo a quello che mangiamo e al nostro stile di vita, ma anche a quello che indossiamo, perché le sostanze tossiche possono nascondersi ovunque, persino in un insospettabile minuscolo oggetto femminile di uso comune: gli assorbenti interni.

Già da tempo, infatti, è stata denunciata la presenza nei tamponi interni del glifosato, un erbicida potenzialmente cancerogeno. Vediamo di cosa si tratta e come difendersi.

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Lo studio

Lo studio

matka_Wariatka/Depositphotos

A dare l'allarme è stato nel 2015 uno studio realizzato dai ricercatori dell'Università de La Plata, Argentina, che dalle analisi dei tamponi interni avevano rilevato come "l'85% di tutti i campioni sia risultato positivo al glifosato e il 62% all'AMPA, che è il metabolita ambientale. Nel caso del cotone e delle garze di cotone sterili la percentuale di campioni contaminati era invece del 100%". Non solo assorbenti interni, quindi, ma anche le garze sterili. 

"I risultati di questa ricerca sono molto seri e preoccupanti - aveva affermato il presidente del III Congresso Nazionale dei Medici di Buenos Aires, Medardo Avila Vazquez - se si usano cotone o garze medicali sulle ferite o per l’igiene personale, si pensa che siano prodotti sterili, e invece sono contaminati da sostanze cancerogene”.

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Il glifosato

Il glifosato

Chafer Machinery/flickr

Introdotto sul mercato nel 1974, il glifosato è il diserbante più diffuso al mondo - ad oggi ne sarebbero state utilizzate quasi 10 tonnellate - e l'ingrediente base di uno dei prodotti di punta - Roundup - della multinazionale Monsanto. Si applica generalmente su varie colture geneticamente modificate per resistere proprio all'azione tossica dell'insetticida; un'azione che però viene conservata nei prodotti derivati - pasta birra, e molti altri.

Secondo studio Kumar del 2001, il suo utilizzo è connesso a rischi cancerogeni e di infertilità; una relazione che però, quando si è trattato di bandire l'erbicida dai mercati europei e americani, è stata ridimensionata, portando nel 2017 al rilascio del permesso di usare il glifosato nell'ambito dell'UE per almeno altri cinque anni.

Data la situazione attuale, l'unico modo per evitare di incorrere nei rischi insiste nel glifosato è quello di optare per prodotti biologici o, nel caso degli assorbenti, per le coppette mestruali.

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