Addio al lago d'Aral: ecco una delle catastrofi ambientali più gravi della storia

di Giulia Bertoni

27 Settembre 2016

Addio al lago d'Aral: ecco una delle catastrofi ambientali più gravi della storia
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Ogni anno la NASA punta i suoi satelliti sul lago d'Aral, un bacino di acqua salata al confine fra Uzbekistan e Kazakistan che fino a pochi decenni fa era il quarto più grande al mondo. Le immagini che i satelliti ci restituiscono parlano di un disastro ambientale senza precedenti che vede la superficie del lago ridotta a circa il 10% di quella misurata prima che l'essere umano cominciasse a sfruttarlo per i propri scopi senza curarsi delle conseguenze.

via earthobservatory.nasa.gov

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La superficie del lago d'Aral nel 1960 era di circa 68.000 chilometri quadrati.

La superficie del lago d'Aral nel 1960 era di circa 68.000 chilometri quadrati.

NASA

Già dagli anni Quaranta, però, il regime sovietico aveva iniziato la sbrigativa costruzione di canali che attingevano acqua dagli affluenti principali del lago e che, fra l'altro, ne disperdevano buona parte senza che fosse realmente utilizzata per sostenere le colture.

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Com'è cambiata la superficie del lago dal 2000 (sinistra) al 2016 (destra): è meno del 10% delle dimensioni originarie e la sua aumentata salinità ha distrutto flora e fauna.

Com'è cambiata la superficie del lago dal 2000 (sinistra) al 2016 (destra): è meno del 10% delle dimensioni originarie e la sua aumentata salinità ha distrutto flora e fauna.

NASA

Se nella parte nord del lago è stata costruita una diga che ha arrestato il fenomeno, nella parte sud le acque continuano a prosciugarsi e ad alimentare l'ampliamento di un deserto chiamato Aralkum.

Se nella parte nord del lago è stata costruita una diga che ha arrestato il fenomeno, nella parte sud le acque continuano a prosciugarsi e ad alimentare l'ampliamento di un deserto chiamato Aralkum.

wikimedia

Questo è il simbolo di quello che è stato definito il più grosso disastro ambientale della Terra: imbarcazioni una volta usate per la pesca giacciono sugli ex fondali di un lago che sembra non avere scampo.

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