Non è vero che in tutte le specie i maschi sono più grandi delle femmine: studio smentisce l'idea di Darwin

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di Francesca Argentati

14 Marzo 2024

Non è vero che in tutte le specie i maschi sono più grandi delle femmine: studio smentisce l'idea di Darwin
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Un nuovo studio stravolge una convinzione di Darwin e riguarda la diversa dimensione negli animali maschili e femminili. Ecco cosa hanno scoperto i ricercatori e come stanno davvero le cose nel regno dei mammiferi.

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La maggior parte dei mammiferi maschi non è più grande delle femmine

La maggior parte dei mammiferi maschi non è più grande delle femmine

Pixabay

Nel libro di Charles Darwin "The Descent of Man", scritto nel 1871, il naturalista, biologo e geologo inglese sosteneva la teoria secondo cui, nei mammiferi, la maggior parte degli esemplari maschi avessero dimensioni maggiori rispetto alle femmine. Tuttavia, questa idea non corrisponde a tutte le specie presenti in natura: gorilla ed elefanti, ad esempio, sposano questo concetto, ma altri no.

Uno studio, infatti, ha messo in luce che la maggior parte dei mammiferi maschi non sono affatto più grandi delle femmine. Si parla, quindi, di monomorfismo: entrambi i generi spesso hanno pressoché le stesse dimensioni e, in alcuni casi, le femmine sono persino più grandi rispetto alla loro controparte. Secondo il team di ricerca, il fatto che la scienza si sia concentrata prevalentemente su specie più "interessanti" e cruciali come primati e grossi carnivori ha portato erroneamente la letteratura scientifica a considerare questo aspetto universalmente valido, estendendolo a tutti gli animali.

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"L'idea di Darwin era sbagliata": lo studio

"L'idea di Darwin era sbagliata": lo studio

Pixabay

In alcune specie di mammiferi, la dimensione può variare in base alla competizione nella ricerca di un partner o nel modo in cui i cuccioli vengono accuditi dai genitori. Ad esempio, babbuini e leoni solitamente si sfidano per conquistare le femmine, sviluppando quindi la propria prestanza fisica e raggiungendo dimensioni maggiori.

L'idea che questo principio potesse essere valido per tutte le specie o quasi è stata condivisa per circa un secolo. Kaia Tombak, biologa evoluzionista della Purdue University, Indiana, e coautrice dello studio, ha spiegato: "È così che Darwin ha presentato la scena, ed è molto tipico dell'era vittoriana pensare ai ruoli di genere." Tra i primi a mettere in dubbio questa convinzione è stata, negli anni Settanta, la biologa ambientalista Jatherine Ralls, cercando e trovando prove del fatto che la maggior parte dei mammiferi non è soggetta a dismorfismo e, anzi, femmine più grandi dei maschi sono inaspettatamente molto comuni.

La Tombak ha aggiunto che "la scienza è in continua evoluzione, quindi è possibile che la storia cambi, ma l'idea precedente è sbagliata, nel senso che si tratta di una narrazione scientifica con prove molto deboli."

In alcune specie le femmine sono più grandi dei maschi

In alcune specie le femmine sono più grandi dei maschi

Freepik

Nello studio, la Tomak e il suo team hanno confrontato le dimensioni maschili e femminili di 429 specie selvatiche diverse, analizzando la letteratura scientifica disponibile. La maggior parte di esse non presenta differenze nelle dimensioni, tra cui talpe dorate, tenrec, zebre, lemuri e cavalli. Fanno eccezione le specie tipicamente dimorfiche, come l'elefante marino settentrionale, i cui esemplari maschi hanno un peso tre volte superiore rispetto a quello delle femmine. L'animale che invece ha la caratteristica opposta è il pipistrello dal naso a tubo pensinsulare: le femmine di questa specie sono quasi il doppio dei maschi, con dimensioni maggiori del 40% circa.

“Solo quasi la metà dei pipistrelli ha femmine più grandi. Alcune ipotesi suggeriscono che per le femmine sia meglio essere più grandi in modo che possano volare trasportando più facilmente la prole. Altri hanno detto che per i maschi che competono per la compagna, forse nel combattimento conta più l’agilità che la taglia” ha spiegato la Tombak.

Secondo l'autrice, la ricerca dimostra che le strategie riproduttive vanno molto al di là della semplice competizione maschile per la conquista delle femmine: nel caso dell'antilope topi, ad esempio, sono proprio le femmine a battersi per il maschio e questo suggerisce che c'è molto di più da scoprire e da non sottovalutare nella biologia femminile delle diverse specie.

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