La storia di Irena Sendler, l'infermiera che riuscì a salvare 2500 bambini ebrei dall'Olocausto

di Giuseppe Varriale

01 Luglio 2019

La storia di Irena Sendler, l'infermiera che riuscì a salvare 2500 bambini ebrei dall'Olocausto
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Tra il 1933 e il 1945 oltre 6 milioni di ebrei persero la vita a causa del nazismo. Uno dei più tremendi provvedimenti contro gli ebrei fu l'istituzione del ghetto di Varsavia; i tedeschi invasero la Polonia nel 1939 e l'anno dopo costruirono il ghetto. Si stima che esso ospitasse 500.000 ebrei; dopo il suo smantellamento, avvenuto nel 1943, i superstiti furono inviati nei campi di concentramento.

Solo una donna riuscì ad impedire che molte altre vite venissero spente ad opera della crudeltà nazista.

 

via The Guardian

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Irena Sendler salvò da un tragico destino oltre 2.500 bambini del ghetto di Varsavia.

Terminati gli studi universitari di infermieristica, Irena iniziò a lavorare come assistente sociale. Nel 1939 entrò a far parte del Dipartimenti di previdenza della città di Varsavia. Quando, intorno al 1942, si sparse la voce che molti ebrei del ghetto venivano deportati nei campi di concentramento, Irena entrò nella resistenza polacca. Grazie al supporto della Żegota, un'organizzazione comunista anti-nazista, riuscì a procurare circa 3.000 passaporti falsi ad altrettanti ebrei

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L'infermiera adoperò tutte le sue forze per salvare i bambini del ghetto di Varsavia. I bambini venivano nascosti in borse e valigie e portati lontano dalla Polonia; qui venivano loro dati dei documenti falsi grazie ai quali cominciare una nuova vita.

Purtroppo, nel 1943, Irena fu scoperta dalla Gestapo. Prima di venire arrestata, l'infermiera scrisse tutti i nomi delle famiglie dei bambini che era riuscita a far evadere e li nascose in bottiglie sigillate che vennero sotterrate nel giardino di un amico; i fogli servivano a permettere ai bambini di ricongiungersi alle proprie famiglie, una volta che la guerra fosse finita. Sfortunatamente solo poche famiglie sopravvissero all'Olocausto.

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La Gestapo imprigionò Irena, ma la donna non rivelò mai i nomi delle persone da lei salvate. Per fortuna, alcuni componenti della Żegota riuscirono a corrompere le SS che avevano il compito di disfarsi Irena e la donna sopravvisse alla guerra. Nel 2008, poco prima di passare a miglior vita, l'infermiera riuscì ad incontrare molti dei giovani che era riuscita a salvare e questo le permise di vedere chiaramente quanto grande fosse stato il suo contributo per la storia dell'umanità.

Anche se Irena non si è mai sentita un'eroina, il suo gesto ci mostra come è possibile, anche quando tutto il mondo è indifferente e spregevole, aiutare il prossimo, salvarlo. Il suo gesto è pregno di significato, soprattutto in questi tempi burrascosi.

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