In Puglia c'è una meravigliosa cittadina blu che pochi conoscono: eccola in tutto il suo fascino orientaleggiante

di Simone Fabriziani

15 Giugno 2019

In Puglia c'è una meravigliosa cittadina blu che pochi conoscono: eccola in tutto il suo fascino orientaleggiante
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Nell'entroterra pugliese, in provincia di Bari, c'è un piccolo comune le cui case del centro storico sono per la maggior parte di colore blu, e per tutti i turisti che la visitano il profumo della magia delle città di Oriente sembra a portata di mano; non è difatti un caso che sia stata ribattezzata "la città azzurra". Ma forse quello che non tutti sanno è che proprio questo particolare colore che ricorda il cielo più terso è profondamente legato ad un filo sottile ed invisibile che collega la cittadina all'India, al Marocco e ad Israele.

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Stiamo parlando di Casamassima, un comune a cavallo tra religiosità e radici profonde nella Storia del passato. Se la leggenda del luogo narra che il colore blu acceso delle variopinte casette del borgo è stato ordinato dall'allora duca Odoardo Vaaz per onorare il colore del "Maphorion" (il velo) della Madonna di Costantinopoli protettrice del borgo che aveva risparmiato la popolazione dalla peste, la storica ed architetta del luogo Marilina Pagliara racconta però un'altra affascinante versione.

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Lo studio della Pagliara parte dalla città marocchina di Chefchaouen, soprannominata "città blu" perché le sue case sono tutt'ora dipinte del colore turchese che una comunità di ebrei utilizzava perché comandato da Dio nella Bibbia ; questa piccola comunità era arrivata in Marocco dopo le persecuzioni dell'Inquisizione spagnola del XV secolo, e non erano di certo gli unici.

Altre due città orientali si fregiano ancora oggi di essere soprannominate "blue cities": Safed in Israele, rifugio per la popolazione giudaica sin dal XV secolo, e Jodhpur in India, anch'essa dalle caratteristiche casette del colore tanto caro alla tradizione religiosa ebraica.

Il punto della ricerca della Pagliara ritorna a Casamassima chiudendo idealmente un cerchio: non è infatti un caso che tra le personalità della storia antica della cittadina pugliese ci sia il mercante di origini ebraiche Miguel Vaaz de Andrade, che nel XVII secolo acquistò il feudo di Casamassima grazie ai ricchi introiti della compravendita del grano.

Che sia dunque stato Vaaz de Andrade a fondare una piccola comunità giudaica nel coloratissimo villaggio in provincia di Bari? Nonostante la documentazione ancora non lo comprovi, la tesi della studiosa italiana sembra trovare appiglio dai simboli che adornano molti dei palazzi antichi colorati di blu: stelle a sei punte che ricordano, guarda caso, le celebri stelle di David emblematiche della cultura ebraica.

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Un viaggio dove il cielo blu si immerge tra le antiche e pittoresche mura delle case e che non vi lascerà assolutamente indifferenti!

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