Diventa uomo dopo aver partorito: “con gli altri mio figlio mi difende e a casa mi chiama mamma”

di Irene Grazia Paladino

25 Maggio 2021

Diventa uomo dopo aver partorito: “con gli altri mio figlio mi difende e a casa mi chiama mamma”
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Andrea Giovanni ha molte storie da raccontare: storie fatte di impegno, sacrifici, dubbi, paure, cambiamenti, lotte con se stesso e con gli altri. Andrea, come tanti genitori single, è sia un papà che una mamma: si prende cura di suo figlio da solo, cercando sempre di non fargli mancare nulla. Ma Andrea è stato una mamma anche da un punto di vista biologico: in passato era la donna che ha partorito Bryan, un bimbo di 11 anni. Solo dopo aver partorito, ha capito che la sua identità di genere non corrispondeva al suo genere biologico, ed ha deciso così di prendere la coraggiosa di diventare uomo.

via business

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Andrea Giovanni Alaimo/Facebook

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Andrea Giovanni non è nato uomo ma già quando aveva tre anni sentiva che il suo corpo lo imprigionava e sentiva il desiderio di cambiare genere. Però ha aspettato: in passato ha avuto un compagno con il quale ha avuto all’età di 21 anni Bryan, lo stesso uomo che adesso non vuole più avere a che fare con Andrea e suo figlio. Perché? Andrea pensa che non sia solamente a causa del rancore che prova nei suoi confronti, ma anche perché non riesce ad accettare che la madre di suo figlio sia diventata uomo.

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Andrea Giovanni Alaimo/Facebook

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Quando il piccolo frequentava la prima elementare, la donna di circa 25 anni ha iniziato il lento percorso per la transizione di genere. E questo non è stato semplice: significava combattere contro i pregiudizi delle altre persone, che spesso lo ritenevano “uno scherzo della natura”. Era difficile anche per Bryan, perché i suoi compagni gli chiedevano come mai sua mamma avesse la barba e il piccolo spesso non sapeva cosa rispondere.

Andrea Giovanni Alaimo/Facebook

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Oggi, però, Bryan – nonostante la sua giovanissima età - sostiene e supporta Andrea, che è un po’ mamma e un po’ papà: rimprovera le persone quando usano il pronome sbagliato, si rivolge a lui al maschile quando si trovano in pubblico, ma in casa a volte lo chiama ancora “mamma”, e ad Andrea va benissimo così. È orgoglioso di suo figlio, perché è estremamente sensibile ed intelligente e lo ha sempre supportato. Andrea non sa cosa farebbe se non lo avesse nella sua vita: è anche grazie a lui se oggi non ha paura di essere ciò che è, anche se questo significa affrontare le persone che invece non capiscono.

 

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