A caccia di mammut: la nuova frontiera del commercio di avorio che non implica lo sterminio di elefanti
Nella Siberia Oientale esiste una popolazione indigena che si fa chiamare Sacha (da noi più nota col nome di Jakuzia), che si è specializzata nella caccia di zanne di mammut. Nascosti da millenari strati di permafrost, i resti di questi pachidermi dal pelo ispido sono qui più "facili" da trovare che in qualsiasi altro luogo e stanno iniziando a spuntare dalla roccia... Il commercio di questo particolare tipo di avorio fossile si è sviluppato tantissimo negli ultimi anni e attira sempre più acquirenti che sono disposti a pagare cifre a 3 zeri per entrare in possesso anche di una sola zanna.
Immagini: Evgenia Arbugaeva
Fino agli anni Sessanta il commercio di questo tipo di avorio non esisteva. Non solo all'epoca dell'URSS la libera iniziativa commerciale era vietata, ma si pensava che disturbare le dormienti zanne portasse sfortuna.
I divieti di raccolta e commercio delle zanne di avorio di animali come elefanti e rinoceronti ha reso l'avorio fossile sempre più richiesto, anche se le sue caratteristiche lo rendono meno pregiato.
Oggi gli jakuti sono divenuti abili cacciatori di zanne di mammut: seguendo le orme dei loro predecessori e capaci di resistere a condizioni climatiche estreme, partono per lunghe spedizioni in cerca dei pachidermi paleolitici.
Una volta ritrovato un esemplare di bisogna iniziare a scavare: riuscire a estrarre le zanne dal permafrost può richiedere più di 24 ore di lavoro.
Il lavoro, però, paga bene: una sola zanna di mammut, che può essere lunga anche 4 metri e pesare 20 kg, può arrivare a essere pagata 60.000 dollari.
Una volta estratto, il materiale viene preparato per il trasporto; circa il 90% di avorio fossile finisce sul mercato orientale, nello specifico su quello cinese.
Un tipo di commercio che non produrrà oggetti pregiati come quelli ottenuti dall'avorio tradizionale ma che almeno non causa lo sterminio di animali ancora in vita!