Batterie naturali: ecco come ottenere elettricità usando... una patata

di Giulia Bertoni

11 Luglio 2016

Batterie naturali: ecco come ottenere elettricità usando... una patata
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Pensate che produrre energia elettrica utilizzando il più comune dei tuberi sia fantascienza? Dovrete ricredervi: la materia amidacea di cui è composta la patata, pensate un po', è in grado di fungere da elettrolita e, quindi, di produrre energia. L'esperimento è stato realizzato per la prima volta da un gruppo di studiosi dell'Università ebraica di Gerusalemme e ha dimostrato come sia possibile sfruttare questo comunissimo tubero per costruire delle batterie naturali in grado di alimentare una lampadina al LED per più di un mese. Se volete provare a farlo in prima persona vi diciamo noi come procedere. I materiali che dovrete procurarvi sono:

2 patate (da bollire prima di procedere)

2 asticelle di rame e due di zinco

3 fili in rame

1 lampadina da 1.5 volt

via ecocosas.com

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1. Inserite in una patata l'asticella di zinco e nell'altra quella di rame; poi collegate le due asticelle con un filo.

1. Inserite in una patata l'asticella di zinco e nell'altra quella di rame; poi collegate le due asticelle con un filo.
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2. Inserite le altre due asticelle sulle due patate, in modo che ogni patata ospiti un'asticella di rame e una di zinco.

2. Inserite le altre due asticelle sulle due patate, in modo che ogni patata ospiti un'asticella di rame e una di zinco.

3. Legate un filo ad ognuna di queste due asticelle: collegate l'altro capo alla lampadina e... luce sia!

3. Legate un filo ad ognuna di queste due asticelle: collegate l'altro capo alla lampadina e... luce sia!

La possibilità di produrre energia elettrica sfruttando materiale organico rappresenta una scoperta che può cambiare la vita di milioni di persone per cui l'accesso ad essa sarebbe altrimenti impossibile. Gli scienziati che hanno realizzato questo esperimento sottolineano che la produzione di alimenti destinati a questo scopo non avrebbe ripercussioni sui prezzi ma, al contrario, permetterebbe lo sviluppo delle zone del mondo più svantaggiate.

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